Dopo 3 anni non ci saranno restrizioni per il tradizionale pellegrinaggio alla città santa, che culminerà con la Festa del Sacrificio il primo luglio
Più di due milioni di musulmani, provenienti da 160 Paesi, parteciperanno alle celebrazioni dell’Hajj, il pellegrinaggio alla Mecca, uno dei più imponenti raduni religiosi al mondo, che dopo tre anni torna a svolgersi senza le restrizioni causate dalla pandemia. Le strade della città da giorni sono affollate di fedeli che si spostano in massa a Mina, a cinque chilometri a sud della Mecca, dove è stata allestita una vasta tendopoli per ospitare i pellegrini. In centinaia di migliaia di fedeli hanno già celebrato il "Tawaf dell'Avvento", sette deambulazioni intorno alla Kaaba, il cubo in pietra nera coperto dalla kiswa, un drappo di seta italiana, ricamato in oro da artigiani sauditi, oggetto di culto per gli arabi pagani già dal settimo secolo.
Il mondo musulmano si ferma
L'Hajj è un obbligo cui tutti i musulmani devono assolvere almeno una volta nella vita, se ne hanno le possibilità fisiche ed economiche, per ripercorrere il viaggio di Ibrahim e Ismail, cioè Abramo e il figlio Ismaele nelle tradizioni cristiana ed ebraica. E’ una esperienza spirituale che cancella i peccati, avvicina a Dio ed esalta l'unità dell’Islam, oltre a dare forte prestigio sociale: nelle comunità più legate alla tradizione, i fedeli ostentano con orgoglio il pellegrinaggio con immagini di navi, aerei e ogni altro simbolo del loro viaggio alla Mecca. Dopo le celebrazioni dell’Hajj, inizierà la “Festa del Sacrificio”, Eid al-Adha, che si concluderà il primo luglio: in questa settimana il mondo musulmano si ferma per onorare i suoi riti più importanti.
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Numero chiuso dopo i tragici fatti del 2015
Per ragioni di ordine pubblico, la partecipazione è stata fatta a numero chiuso, fissato quest’anno in due milioni di fedeli dall’estero, cui si aggiungono duecentomila interni. Il permesso può essere ottenuto solo una volta ogni cinque anni. Le misure sono state rese necessarie dai tragici fatti del 2015, quando il sovraffollamento nella piazza di Mina provocò una calca in cui morirono 2400 persone. Gli oltre due miliardi di musulmani rimasti a casa, invece, vivono il momento dedicandosi con impegno alla preghiera e seguendo da ogni parte del mondo le tv e i siti arabi con le immagini delle celebrazioni che giungono in diretta dalla Mecca. Per l’Arabia Saudita organizzare il pellegrinaggio è motivo di orgoglio e prestigio al punto che esiste un apposito dicastero, il Ministero dell’Hajj e dell’Umrah.