L'europarlamentare resta in cella per una notte dopo un interrogatorio fiume. Nelle prossime ore sarà nuovamente ascoltato. "Il giudice deciderà sull'eventuale arresto di Andrea Cozzolino", ha detto all'AGI un portavoce della procura di Bruxelles. Intanto il giudice che lo ha ascoltato, Michel Claise, ha deciso di lasciare l'inchiesta. Secondo Le Soir, uno dei suoi figli avrebbe lavorato con il figlio di una delle persone vicine all'indagine
Notte in cella nel palazzo di giustizia di Bruxelles per Andrea Cozzolino, che è stato ascoltato nelle scorse ore dal giudice istruttore Michel Claise nell'ambito dell'inchiesta sul cosiddetto Qatargate. Cozzolino, giunto in Belgio dopo la revoca degli arresti domiciliari da parte della Corte d'Appello di Napoli, è stato ascoltato per circa quattro ore. Nelle prossime ore sarà nuovamente interrogato, dopodiché "il giudice deciderà sull'eventuale arresto", ha detto all'AGI un portavoce della procura di Bruxelles.
Il giudice Claise lascia l'inchiesta
Intanto il giudice istruttore Michel Claise ha deciso di lasciare la guida dell'inchiesta sul cosiddetto Qatargate. Lo rende noto la procura federale belga. "In via cautelare e per consentire alla giustizia di continuare serenamente il suo lavoro e di mantenere una necessaria separazione tra vita privata e familiare e responsabilità professionali, il giudice istruttore Michel Claise informa di aver deciso questa sera di ritirarsi dal fascicolo", scrive la procura in una nota, evidenziando che nel dossier "di recente sono comparsi alcuni elementi" che "potrebbero sollevare alcune domande sul funzionamento oggettivo dell'indagine".
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Le possibili motivazioni di Claise
Secondo alcune fonti riportate dall'ANSA, dietro la decisione del giudice istruttore Michel Claise di rinunciare all'inchiesta ci sarebbe una motivazione precisa: uno dei suoi figli avrebbe lavorato con una delle persone vicine all'indagine. Dunque un potenziale conflitto di interessi. A quanto riporta LeSoir, infatti, il figlio del magistrato e quello dell'eurodeputata Marie Arena, non indagata ma il cui nome è citato nel fascicolo del caso, avrebbero creato insieme una società nel 2018. A denunciarlo sarebbe stato l'avvocato di Marc Tarabella, Maxim Töller, e la rivelazione avrebbe indotto Claise a lasciare la gestione del caso. In particolare, a quanto riporta la testata belga, il figlio maggiore di Claise, Nicolas, e il figlio di Marie Arena, Ugo, nel 2018 avrebbero "co-fondato in quote paritetiche con altri cinque investitori" una società specializzata nella vendita di cannabis legale.
La decisione dopo l'interrogatorio di Cozzolino
Prima dell'inaspettata uscita di scena, Claise ha atteso l'arrivo a Bruxelles - invocato per mesi con una richiesta di estradizione rimasta lettera morta - dell'eurodeputato Andrea Cozzolino, forte della revoca dei domiciliari ottenuta giovedì scorso dopo oltre quattro mesi passati nella sua abitazione campana. L'eurodeputato è stato subito portato nei locali della procura federale belga per essere ascoltato dagli inquirenti. Una testimonianza che, dopo un interrogatorio fiume, durato quasi quattro ore, non ha però convinto il magistrato belga, spingendolo a tenerlo 'sub iudice' almeno per una notte.
Legali Cozzolino: "Rinuncia del giudice dopo nostre osservazioni"
"La decisione del giudice istruttore Michel Claise di rinunciare al cosiddetto Qatargate giunge dopo l'interrogatorio del nostro assistito, l'europarlamentare Andrea Cozzolino, e a seguito delle osservazioni sollevate nel corso dell'escussione". hanno detto gli avvocati Dezio Ferraro e Federico Conte, legali di Cozzolino, ascoltato oggi dalla Procura federale belga nell'ambito del cosiddetto Qatargate.
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Sul lavoro di Claise pesano peraltro mesi di critiche da parte dell'opinione pubblica per le sue maniere forti nel disporre lunghi mesi in carcere per gli indagati, tra i quali anche l'ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, trattenuta nella prigione di Haren per oltre quattro mesi lontana dalla figlia di due anni. La politica ellenica è passata al contrattacco avanzando un ricorso interno per chiedere alla stessa Eurocamera di fare chiarezza sull'uso di software spia da parte dei servizi segreti per sorvegliare la sua attività politica in violazione dell'immunità parlamentare.