Si apre uno spiraglio nella vicenda di Ilaria De Rosa, la 23enne di origini venete rinchiusa in un carcere in Arabia Saudita con l’accusa di detenzione e traffico di droga: oggi la prima visita delle autorità italiane
Il console generale d'Italia a Gedda ha visitato in carcere già oggi Ilaria De Rosa, la giovane hostess trevigiana rinchiusa in un carcere in Arabia Saudita. La 23enne di origini venete, secondo quanto si apprende, è in buone condizioni ed è stato firmato il mandato per avere avvocati locali, consigliati dal consolato. E' stato possibile ottenere la visita consolare, secondo quanto viene riferito, grazie alle eccellenti relazioni del ministro Antonio Tajani con le autorità saudite e alla collaborazione tra le due ambasciate, tenuto conto della tolleranza zero nella campagna saudita contro la droga e dell'intransigenza delle autorità locali.
Coinvolta l'ambasciata saudita a Roma
Su indicazione diretta del ministro degli Esteri Antonio Tajani, informato del caso sin dai primi momenti, è stata coinvolta anche l'ambasciata saudita a Roma, mentre l'ambasciata italiana in Arabia aveva già effettuato passi sulle autorità locali. La 23enne, secondo quanto si è appreso, sarebbe stata trovata in possesso di una piccola quantità di stupefacente. Un dato che, se confermato, non aiuterebbe la trattativa.
L'ultimo contatto con la famiglia
La famiglia non sente Ilaria dal 4 maggio, giorno dell’ultimo contatto telefonico tra madre e figlia. Poi il buio. Temendo un rapimento l'8 maggio, la famiglia ha fatto denuncia di scomparsa ai carabinieri. Quarantotto ore dopo è giunta dalla Farnesina la conferma che Ilaria, invece, era in carcere, accusata di aver avuto della droga addosso durante una perquisizione subita mentre era in auto con altri amici. Da Resana, la madre si dice sicura che la figlia non c'entra con la droga, e ipotizza che possa essere stato uno degli amici con i quali si trovava ad essere stato scoperto con una canna.