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Chi era Bogdan Bitik, il giornalista e collaboratore di Corrado Zunino ucciso a Kherson

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©Getty

Nato in Ucraina, aveva viaggiato tra Cina, Israele e Inghilterra, prima di stabilirsi in Indonesia con la famiglia. Il ritorno al proprio Paese con lo scoppio del conflitto e la nascita del lungo sodalizio lavorativo con l'inviato di Repubblica. Interrotto solo dal tragico conflitto a fuoco nel quale ha perso la vita sotto i colpi dei soldati russi

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Nella serie di colpi esplosa dai soldati russi a Kherson, che ha visto il coinvolgimento dell'inviato di Repubblica Corrado Zunino, rimasto lievemente ferito, ha perso la vita Bogdan Bitik, collaboratore di lunga data del giornalista italiano, per il quale svolgeva la funzione di fixer. "Sto bene", spiega oggi lo Zunino, ricostruendo l'accuduto e raccontando in prima persona chi era Bitik. "Con Bogdan ho fatto cinque missioni, lo conosco da quando sono arrivato in Ucraina per la prima volta. Lui era rientrato dall'Indonesia dove ha una moglie e un figlio, con la moglie ho appena parlato. Tutte persone straordinarie, gentili e generose".

Il dialogo con i soldati ucraini prima degli spari

"Era Bogdan" - racconta Zunino - "che guidava l'auto quando eravamo in giro, parlava ai checkpoint in ucraino, mi aiutava a tradurre le interviste. Ieri eravamo sul ponte di Kherson dalla parte in mano ucraina, era stato lui a propormi di fare un video. Due militari ucraini all'inizio del ponte ci hanno detto di andare via e siamo andati via subito. Tra loro continuavano a dire "Press press", quindi ci avevano identificati come giornalisti. Dopo sei secondi ho sentito bruciare la spalla, ho sentito solo un fischio, lo stesso proiettile che ha sfiorato la mia spalla ha colpito Bogdan, si trovava a solo un metro da me. Bogdan è caduto al suolo, senza un lamento. Mi sono girato per capire se mi stava seguendo, ma lui era fermo sul ponte, non si muoveva. In quel momento io sono caduto e mi sono procurato tre piccole ferite. Lì abbiamo sentito un altro sparo. Nel mio giubbotto, i medici hanno poi trovato conficcato un terzo colpo, all'altezza della pancia".

Il ricordo di Zunino

"Bogdan era un grande sportivo", racconta ancora a Repubblica Zunino. "Il suo sogno era insegnare kitesurf come prima della guerra". È in Indonesia, nell'isola di Giava, che Bitik viveva prima che i russi invadessero l'Ucraina. E lì lo aspettavano la moglie Sofia e il loro unico figlio, un 22enne che sta per diventare dentista. Bogdan Bitik era nato nel 1977 a Kiev e come tanti giovani ucraini aveva girato il mondo. Non sarebbe tornato, rivela ancora Zunino, se non fosse stato per la guerra. Dopo la laurea era stato a lungo in Israele, a Londra e soprattutto in Cina. Ma è in Indonesia che lui e Sofia avevano messo radici. A Kiev erano rimasti la madre e il fratello, Bogdan era tornato a casa per dare una mano a loro. "All'inizio della guerra avevano aperto un fast food" , dice ancora il giornalista italiano, "ma non ha funzionato. Ne era nato un altro, più grande, davanti". Zunino e Bitik si erano conosciuti "in treno da Leopoli a Kiev e da allora abbiamo lavorato sempre insieme. Solo saltuariamente so che ha lavorato con altri, diceva che con me si trovava bene e preferiva aspettarmi al prossimo incarico". "Aveva molte richieste di lavoro in Cina e in Montenegro, era pieno di amici ovunque". Ma in piena guerra aveva scelto di non lasciare il suo Paese, quello stesso Paese in cui ha trovato la morte.

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