Francia, nonostante le manifestazioni Macron promulga la riforma delle pensioni: è legge

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La firma del presidente francese è arrivata dopo la convalida del testo, ieri, da parte del Consiglio costituzionale: approvato anche l’articolo che aumenta da 62 a 64 anni l'età minima pensionabile. Da settimane nel Paese si protesta contro la riforma e nuovi cortei sono previsti per oggi. I sindacati avevano chiesto "solennemente" al presidente di "non promulgare la legge". Respinta anche la richiesta di 250 parlamentari d'opposizione di indire un referendum

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In Francia il presidente della Repubblica Emmanuel Macron ha promulgato la legge sulla riforma delle pensioni, compreso il rinvio dell'età pensionabile legale a 64 anni. A riportarlo è la Gazzetta ufficiale di oggi. La firma di Macron è arrivata dopo la convalida del testo, ieri, da parte del Consiglio costituzionale. Da settimane nel Paese si protesta contro la riforma e nuovi cortei sono previsti per oggi. I sindacati avevano chiesto "solennemente" al presidente di "non promulgare la legge" e hanno criticato la scelta di Macron di firmare di notte: è "una provocazione", hanno detto. Respinta anche la richiesta di 250 parlamentari d'opposizione di indire un referendum. Sindacati e opposizione lavorano a una giornata di protesta generale, già annunciata per il primo maggio. Intanto, l’Eliseo ha annunciato che Macron parlerà in tv ai francesi lunedì sera. Secondo BFM TV si tratterà di un discorso preregistrato, che verrà trasmesso dalle principali emittenti televisive alle 20.

Manifestazioni e scontri in tutta la Francia

In Francia gli scioperi e le battaglie nelle piazze durano da tre mesi. Anche ieri, soprattutto in serata, sono state diverse le manifestazioni spontanee e i cortei improvvisati in diverse città, con non poche violenze a margine. A Parigi molti gli scontri con la polizia, i cassonetti bruciati e i vandalismi, con un bilancio finale di 112 fermati. Nella capitale i cortei sono continuati in diversi quartieri della città fino a tarda sera, dopo essere cominciati nel pomeriggio in seguito all'annuncio del verdetto del Consiglio costituzionale, che ha convalidato gran parte della riforma delle pensioni. Gli incidenti sono cominciati nella piazza dell'Hotel de Ville, dove circa 4.000 manifestanti si erano radunati per protestare, poi sono continuati sulla rue de Rivoli, fino a place de la République. Altri gruppi di giovani sono partiti in corteo dalla gare Saint-Lazare. Intorno alle 21, incidenti e cariche della polizia si sono succedute in molti quartieri. Manifestazioni e raduni sono stati organizzati in diverse città, come Lille, Digione, Caen, Marsiglia, Nizza, Tolosa. A Rennes è stata incendiata la porta di un commissariato. A Marsiglia i manifestanti sono scesi sui binari nella stazione di Saint-Charles, dove la circolazione dei treni è stata sospesa. A Strasburgo diverse centinaia di persone hanno dato vita a una manifestazione spontanea che si è conclusa con violenze e con il lancio, da parte della polizia, di lacrimogeni. Incidenti anche a Bordeaux, Lione e Grenoble, dove si sono registrati scontri fra manifestanti e polizia.

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Le reazioni

Dopo l'annuncio del via libera del Consiglio costituzionale al testo - con l'approvazione dell'articolo che aumenta da 62 a 64 anni l'età minima pensionabile, la bocciatura dei correttivi sociali e del referendum popolare sulla riforma -, i sindacati avevano chiesto a Macron di non promulgare la legge. "Lanciamo un appello a Macron a non promulgare questa legge. Se lo farà, non potrà più controllare il Paese, non si governa contro il popolo", aveva detto Sophie Binet, la neo segretaria del sindacato più potente, la Cgt. Poi ha respinto l’invito del presidente a un incontro pacificatore: "Fin d'ora, respingiamo l'invito di Macron a un incontro martedì prossimo". "La lotta continua", ha detto invece il tribuno della gauche Jean-Luc Mélenchon. "La sorte politica della riforma delle pensioni non è decisa, il popolo ha sempre l'ultima parola e spetterà al popolo preparare l'alternativa che tornerà su questa riforma inutile e ingiusta", ha commentato Marine Le Pen. "Questa sera non ci sono né vincitori né vinti", ha dichiarato la premier Elisabeth Borne.

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