Trump incriminato, di cosa è accusato l'ex presidente degli Usa

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Il procuratore distrettuale di New York ha contestato al tycoon, accusato di cospirazione, una serie di reati. Tra questi l'aver comprato nel 2016, in piena campagna elettorale, il silenzio della pornostar Stormy Daniels, che aveva minacciato di rivelare la loro breve relazione sessuale, e di una ex conglietta con cui aveva avuto un affaire dieci anni prima

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"Una cospirazione per minare l'integrità delle presidenziali del 2016" comprando il silenzio della pornostar Stormy Daniels e dell'ex coniglietta di Playboy Karen McDougal - con cui aveva avuto relazioni dieci anni prima - nonché quello di un portiere della Trump Tower che minacciava di rivelare un suo presunto figlio illegittimo. Questo il castello accusatorio contestato a Donald Trump dal procuratore distrettuale di New York Alvin Bragg in una storica udienza al tribunale di Manhattan, primo ex presidente americano a finire sotto inchiesta penale e in stato di arresto, anche se gli sono state risparmiate le manette e la foto segnaletica che voleva usare come poster elettorale. 

I reati contestati a Trump sono di classe E, come pena massina hanno 4 anni di carcere

"Trump ha ripetutamente e fraudolentemente falsificato i documenti aziendali a New York per coprire comportamenti criminali volti a nascondere informazioni compromettenti agli elettori durante le elezioni del 2016", ha spiegato in una conferenza stampa Bragg svelando i 34 capi di imputazione: tutti reati, anche se di classe E, il livello più basso, con una pena massima di 4 anni di galera. "Non possiamo e non vogliamo normalizzare condotte criminali gravi, tutti sono uguali davanti alla legge", ha aggiunto, ricordando che Trump rimborsò quei pagamenti al suo avvocato tuttofare Michael Cohen come "spese legali" fittizie, con assegni firmati nello studio Ovale.

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Bragg: "34 false dichiarazioni su affari imbarazzanti"

"Questa è la capitale mondiale degli affari. Siamo abituati a casi di false dichiarazioni per fare business", ha detto il procuratore  Bragg, spiegando l'inchiesta che ha condotto all'incriminazione di Donald Trump, accusato di pagamenti in nero in almeno tre casi, definiti da Bragg "affari imbarazzanti". Due per silenziare due donne che avevano minacciato di rivelare, in piena campagna elettorale, vecchie relazioni con il tycoon, e un ex dipendente della Trump Tower che aveva parlato di un figlio illegittimo avuto da Trump. "Non possiamo - ha aggiunto - normalizzare una condotta criminale". L'ex presidente, secondo il procuratore, avrebbe fornito "34 dichiarazioni false per coprire altrettanti reati". "Questi – ha sottolineato - sono reati penali nello Stato di New York, a prescindere da chi li abbia commessi". 

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Il giudice ha chiesto alle parti di evitare commenti che fomentino disordini

"Not guilty", non colpevole, si è invece dichiarato l'ex presidente, pronto a trasformare il futuro processo già fissato per gennaio 2024 in un'arena politica, convinto che lo aiuterà a mobilitare la base e a vincere la nomination repubblicana per la Casa Bianca. Il duello con il suo inquisitore è già cominciato: alla conferenza stampa del procuratore Alvin Bragg risponde con un discorso serale al suo popolo Maga, nella comfort zone di Mar-a-Lago. Il giudice però ha chiesto alle parti di evitare commenti che fomentino disordini o minino lo stato di diritto, riservandosi altrimenti di imporre il silenzio sul caso a chi trasgredisce: una linea rossa difficile da rispettare per The Donald. "L'unico crimine che ho commesso è stato difendere l'America da chi la vuole distruggere. La mia incriminazione è un insulto agli Stati Uniti", ha detto poche ore dopo essersi consegnato al tribunale di New York dal suo quartier generale.

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