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Papa Francesco sulle dimissioni per problemi di salute: “Si governa con la testa”

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©IPA/Fotogramma

Negli ultimi mesi, in particolare dopo la morte di Ratzinger, il Pontefice ha parlato più volte dell’ipotesi di una rinuncia, un’eventualità che ha sempre respinto se non per gravi motivi che gli impediscano di esercitare il ministero. Ha rivelato di aver firmato nei primi mesi del pontificato una lettera di dimissioni nel caso di una malattia che ne paralizzi in modo permanente le capacità decisionali e di governo, ma ha precisato: “Questo non vuol dire che i Papi dimissionari debbano diventare una cosa normale"

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Papa Francesco, specialmente negli ultimi mesi e prima e dopo la morte di Benedetto XVI, l’ha detto più volte: nonostante alcuni problemi di salute non pensa alle dimissioni. In occasione dei 10 anni del suo pontificato, intervistato dalla tv svizzera, ha chiarito le motivazioni che potrebbero portarlo a una scelta simile: "Una stanchezza che non ti fa vedere chiaramente le cose, la mancanza di chiarezza, di sapere valutare le situazioni", ma "anche il problema fisico, può darsi". In diverse recenti interviste, il Pontefice ha confermato che comunque nell'ipotesi di dimissioni farebbe scelte diverse da Benedetto XVI: non rimarrebbe in Vaticano ma "forse" si sposterebbe in Laterano come vescovo emerito di Roma. E gli piacerebbe continuare a confessare e a visitare i malati (GLI AGGIORNAMENTI LIVE SU PAPA FRANCESCO).

“I Papi dimissionari non devono diventare una moda”

La maggior parte delle volte che Papa Francesco ha affrontato l’argomento delle dimissioni l’ha fatto respingendo questa ipotesi. "È vero che io ho scritto le mie dimissioni due mesi dopo l'elezione e ho consegnato questa lettera al cardinale Bertone. Non so dove si trovi questa lettera. L'ho fatto nel caso che io abbia qualche problema di salute che mi impedisca di esercitare il mio ministero e di non essere pienamente cosciente per poter rinunciare. Questo però - ha detto il Pontefice parlando a un gruppo di gesuiti nel suo viaggio in Africa a febbraio - non vuol affatto dire che i Papi dimissionari debbano diventare, diciamo così, una 'moda', una cosa normale". Il Pontefice ha ribadito che "Benedetto ha avuto il coraggio di farlo perché non se la sentiva di andare avanti a causa della sua salute. Io per il momento non ho in agenda questo. Io credo che il ministero del Papa sia ad vitam. Non vedo la ragione per cui non debba essere così. Pensate che il ministero dei grandi patriarchi è sempre a vita. E la tradizione storica è importante. Se invece stiamo a sentire il 'chiacchiericcio', beh, allora bisognerebbe cambiare Papa ogni sei mesi!".

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La lettera di rinuncia

Anche in precedenza il Papa aveva affrontato l’argomento dimissioni. A gennaio, in un'intervista con l'Associated Press, ha assicurato di essere "in buona salute" per la sua età. "Potrei morire domani, ma è sotto controllo. Sono in buona salute", ha aggiunto il Pontefice. Mentre a dicembre, alla Abc, ha rivelato di aver firmato nei primi mesi del pontificato una lettera di dimissioni nel caso di una malattia che ne paralizzi in modo permanente le capacità decisionali e di governo. "Io ho già firmato la mia rinuncia. Era quando Tarcisio Bertone era segretario di Stato. Ho firmato la rinuncia e gli ho detto: 'In caso di impedimento medico o che so io, ecco la mia rinuncia. Ce l'hai'. Non so a chi l'abbia data Bertone, ma io l'ho data a lui quando era segretario di Stato". "È la prima volta che lo dico - aveva detto il Papa - Ora forse qualcuno andrà a chiedere a Bertone: 'Dammi quella lettera'... . Sicuramente lui l'avrà consegnata al nuovo segretario di Stato, il cardinale Parolin. Gliel'ho data in quanto segretario di Stato". E ha poi concluso: "Si governa con la testa, non con il ginocchio".

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