Perché Putin è andato a Mariupol?

Mondo

Jacopo Arbarello

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Sono molte le ragioni della visita del leader russo nella città martire della guerra in Ucraina. È stata una prova di forza all'esterno ma anche all'interno del Paese nel momento in cui è arrivato il mandato di arresto per crimini di guerra. Ma farsi vedere per la prima volta in Donbass è stato anche e soprattutto uno schiaffo in faccia al nemico

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Perché, nel momento forse più difficile, quando viene accusato di essere un criminale di guerra, Vladimir Putin si fa vedere a Mariupol? Perché Mariupol è il simbolo più forte di questa guerra. Perché Mariupol era la capitale del Donbass ucraino fin dal 2014, dopo che Donetsk era passata con i filorussi. Perché Mariupol ha resistito 8 anni a poche decine di chilometri dal fronte restando una città viva e dinamica. Russofona e ucraina. Ma poi alla fine è stata piegata. Perché il bombardamento e l'assedio di Mariupol sono stati tra i momenti più duri e spietati dell'invasione russa. Centinaia di migliaia di civili innocenti bombardati mentre erano in fuga, colpiti all'ospedale pediatrico o seppelliti vivi sotto il teatro dell'Opera, diventato rifugio collettivo (GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SEGUI GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA).

epa10532128 A still image taken from a handout video provided by the Russian President's press service on 19 March 2023 shows Russian President Vladimir Putin (R) with Deputy Prime Minister Marat Khusnullin (2-L) stand near the WWII monument during his visit to Mariupol, eastern Ukraine, late 18 March 2023. Putin visited the Russian-occupied city after he visited Crimea on the ninth anniversary of Russia's annexation of the Black Sea peninsula. According to the Kremlin, Putin had conversations with local residents, visited an apartment of one of the locals, assessed new roads, and followed the construction of new facilities in the city. On 24 February 2022 Russian troops entered the Ukrainian territory in what the Russian president declared to be a 'Special Military Operation', starting an armed conflict that has provoked destruction and a humanitarian crisis.  EPA/RUSSIAN PRESIDENT PRESS SERVICE/HANDOUT HANDOUT BEST QUALITY AVAILABLE HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES
Putin davanti a un monumento di Mariupol dedicato alla Seconda guerra mondiale - ©Ansa

Putin vuole rendere Mariupol esempio della ricostruzione russa

Quella di Mariupol è stata una ecatombe. Tanto che il bilancio dei civili morti in questa guerra viene sempre dato con la precisazione che non vengono contati quelli di Mariupol, perché non si sa quanti siano stati. Forse 20 mila. Il 90% degli edifici della città è stato distrutto o danneggiato. Così ora Putin vuole rendere la città un esempio della ricostruzione russa. Non solo. Lo Zar ha scelto Mariupol anche a sfregio, perché la sconfitta dei soldati e dei miliziani della brigata Azov, che per mesi avevano resistito all'assedio all'interno delle acciaierie Azovstal, sono uno dei successi più grandi dell'esercito russo e una delle sconfitte peggiori per quello ucraino. E ancora oggi più di 1.000 combattenti Azov sono prigionieri di guerra.

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Putin con i vertici militari nel posto di comando "dell'operazione militare speciale" in corso in Ucraina - ©Ansa

La volontà di umiliare i nemici della Russia

Mariupol poi era anche uno dei principali porti del Paese e un centro industriale importante, fondamentale proprio per le acciaierie, che non rinasceranno più, perché i bombardamenti le hanno danneggiate troppo gravemente. Farsi vedere a Mariupol, mostrare che quella ora è Russia e non più Ucraina, e che la città sta ripartendo, significa dare una prova di forza al mondo intero e all'opinione pubblica interna, che ancora appoggia il leader saldamente ma che ha bisogno di rassicurazioni. Ma soprattutto Putin, facendosi vedere a Mariupol, ha voluto infliggere la più grande umiliazione al nemico. Ha voluto mostrare a tutti che lui è lì, dove loro non possono andare perché sono stati cacciati e fatti prigionieri. Poche cose potrebbero dare più fastidio al governo, ai soldati e al popolo ucraino. Forse nessuna.

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