Uk, scaffali vuoti nei supermercati. Ma per una volta non è colpa della Brexit

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Tiziana Prezzo

Tiziana Prezzo

Alcune catene sono già ricorse ai razionamenti di frutta e verdura provenienti da Marocco e Spagna. Alla base delle carenze il maltempo e il costo dell’energia. Situazione analoga anche nella Repubblica d’Irlanda (La corrispondente)

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LONDRA - Per una volta la Brexit non c’entra, ma per il Regno Unito sono comunque dolori. Gli scaffali tornano a svuotarsi di frutta e verdura, al punto che alcuni supermercati sono corsi al riparo obbligando i clienti al razionamento.

Spesa razionata

Asda, la terza catena di supermercati nel Paese, ha, per esempio, introdotto un massimo di tre confezioni di pomodori a spesa, Morrison addirittura due. Stesso tipo di misure riguardano peperoni, cetrioli, lattuga, broccoli, lamponi.  Anche la vicina Repubblica d'Irlanda è stata colpita da questa situazione in maniera analoga.

Maltempo e costi energia i responsabili

Il primo responsabile di quanto sta accadendo è il maltempo che, con freddo insolito e grandinate, ha colpito sia il Marocco che la Spagna (ossia le aree da dove le due isole si approvvigionano del 90-95% degli alimenti sopraelencati nel periodo invernale).

Secondo il British Retail Consortium (BRC), le carenze dovrebbero durare alcune settimane fino a quando non inizierà la stagione nel Regno Unito e i rivenditori troveranno fonti di approvvigionamento alternative. Ma c’è anche un problema legato ai costi dell’energia, come evidenziato dalla presidente della National Farmer Union, Minette Batters. Secondo quest’ultima, le forniture di insalate coltivate nelle serre del Regno Unito stanno diminuendo perché i prezzi elevati dell'energia stanno rendendo antieconomica l'attività di alcuni coltivatori. In passato, i coltivatori di insalate operavano tutto l'anno, anche se a livelli più ridotti in inverno. L’associazione di categoria ha chiesto quindi al governo di sostenere i loro costi energetici attraverso il regime di esenzione per le industrie ad alta intensità energetica, da cui i coltivatori sono esclusi.

Il problema del taglio dei sussidi agricoli

Batters ha aggiunto che i tagli ai sussidi agricoli post-Brexit, uniti ai forti aumenti dei prezzi delle materie prime, della manodopera e dell'energia, stanno portando a cali di produzione in altri settori dell'agricoltura, tra cui le uova. Nel 2023 si produrranno quasi 1 miliardo di uova in meno rispetto al 2019.

Brexit resta un elemento di forte disturbo

Per quanto, come detto, questa volta la situazione non sia dovuta all’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, che resta in questo caso più come un brutto rumore di sottofondo, sui social media è tutto un dare contro la Brexit che, appare ormai alla maggioranza dei britannici, non funzionare come sperato. Secondo gli ultimi sondaggi, oltre il 60% degli intervistati ritiene che l’economia sia peggiorata dopo il distacco da Bruxelles. Una cosa è certa: l’inflazione si fa particolarmente sentire nel carrello della spesa. Se di media è intorno al 10%, nel caso dei beni alimentari di prima necessità arriva anche al 15%. E in questo caso sì, la Brexit c’entra per tutte le lungaggini doganali che ha provocato e che, inevitabilmente, hanno fatto alzare i prezzi.

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