Tre anni fa la Brexit, il bilancio è negativo

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Tiziana Prezzo

Tiziana Prezzo

A distanza di tempo dal divorzio tra Londra e Bruxelles sono emerse soprattutto le difficoltà e tra la gente aumenta la nostalgia dell’Europa (la corrispondente)

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LONDRA – Che cosa è rimasto delle promesse che hanno preceduto la Brexit? A distanza di tre anni dall’entrata in vigore ufficiale, e ora che la pandemia di Covid non è più responsabile di confondere le acque, non si rischia di essere smentiti nel dire: ben poco. Con tutto lo strascico di risentimenti, incognite e rimpianti che ne consegue.

Il nodo nordirlandese

Tre anni dopo restano nodi da sciogliere importanti, uno tra tutti il protocollo nordirlandese che ha portato, tra l'altro, a un grave stallo politico a Belfast. Da quando Rishi Sunak è l’inquilino di Downing Street il rapporto tra Londra e Bruxelles si è rasserenato, ma trovare una soluzione che non scontenti nessuno appare utopico.

Nostalgia dell’Europa

Ciò che invece è cambiato è il sentimento generale alla luce di come stanno andando le cose nel Regno Unito. Secondo un sondaggio commissionato in questi giorni dal Guardian, il 58.5% della popolazione voterebbe ora per rimanere nell'Unione europea, il 41,5% rimane dell'idea che è meglio stare da soli.

Carenza di personale

Tra i problemi più gravi che il Paese si trova a dover affrontare c'è sicuramente quello della carenza di personale, soprattutto non specializzato. La Brexit ha portato a una carenza di 330.000 posti, soprattutto nei settori della logistica e dell'accoglienza, ma anche il sistema sanitario nazionale ha risentito del deficit di personale medico, paramedico e soprattutto infermieristico.

Via gli studenti europei dagli atenei

Il numero di studenti dell'Ue che si iscrivono alle università britanniche si è più che dimezzato, con un forte calo degli studenti provenienti da Italia, Germania e Francia. Prima della Brexit, gli studenti universitari dell'UE in tutto il blocco pagavano tutto ciò che pagavano gli studenti domestici, da zero in Scozia a £ 9.250 all'anno in Inghilterra. Ora devono pagare le tasse pagate dagli studenti extracomunitari, che, secondo Study UK e il British Council, possono variare da £ 11.400 a £ 38.000 all'anno. Il numero di studenti cinesi è passato da 107.000 nel 2017-2018 a 151.000 lo scorso anno.

La fuga dei banchieri della City

Ad aver lasciato il Regno Unito sono anche tra i più ricchi banchieri della City, che ora a Londra preferiscono Francoforte, Parigi, Milano. L'Autorità bancaria europea ha certificato come il numero di banchieri che guadagnano 1 milione di euro o più all'anno sia aumentato di oltre il 40% all'interno dell'Unione.

Import/export in sofferenza

Soffre inevitabilmente, a causa dei nuovi fardelli burocratici, anche l'import/export. L'esportazione britannica verso il continente è stimata in un 16% in meno rispetto a quanto sarebbe stata senza la Brexit, quello del continente verso l'isola del 20%. I movimenti tra il continente e l’isola sono diventati molto più complessi anche per le persone. I treni Eurostar nelle ore di punta sono quotidianamente costretti ad attraversare la Manica con centinaia di posti vuoti perché la polizia di frontiera non è in grado di elaborare i passaporti abbastanza velocemente.

Sbarchi in aumento

Infine la lotta all'immigrazione clandestina, una delle argomentazioni più forti utilizzate dei "leavers". Nonostante il controllo diretto dei propri confini, il Regno Unito ha subito un costante aumento degli sbarchi. Nel 2022 sono stati 4.

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