I soccorritori hanno trascorso quasi 100 ore nel tentativo di liberarlo, ma senza successo. "Le autorità hanno stabilito che il bimbo è morto e stanno cercando di recuperare il corpo", ha detto il vicepresidente della provincia meridionale di Dong Thap
Il piccolo Nam non ce l'ha fatta. Il bimbo vietnamita di 10 anni, intrappolato da quattro giorni dentro un pozzo profondo 35 metri vicino a un cantiere nella provincia del delta del Mekong, è stato dichiarato morto dalle autorità locali. I soccorritori hanno trascorso quasi 100 ore nel tentativo di liberarlo, ma senza successo. "Le autorità hanno stabilito che il bimbo è morto e stanno cercando di recuperare il corpo", ha detto il vicepresidente della provincia meridionale di Dong Thap, Doan Tan Bu.
L'incidente
Una vicenda che inevitabilmente riporta alla mente la storia di Alfredino Rampi, attorno al quale l’Italia si strinse nel 1981 per tre lunghi giorni. Secondo le prime ricostruzioni, Ly Hao Nam stava cercando rottami metallici quando è caduto in un pilastro di cemento cavo largo appena 25 centimetri gettato per costruire un nuovo ponte nella provincia meridionale di Dong Thap. Subito dopo essere scivolato dentro, il piccolo ha gridato disperatamente aiuto e i soccorsi sono intervenuti quasi subito, ma già lunedì le squadre di emergenza non hanno più ricevuto nessun segno di vita nonostante abbiano pompato ossigeno nel pozzo per aiutare il bimbo a respirare.
Le operazioni di salvataggio
Con l'aiuto di attrezzature speciali, i soccorritori hanno continuato per giorni a cercare di allentare la terra attorno alla conduttura in modo che potesse essere tirato su con una gru. Purtroppo senza arrivare in tempo. Un team di medici locali è giunto alla conclusione che il piccolo è morto a causa di vari fattori. Il luogo dell'incidente, la profondità del cratere, la durata dei soccorsi e le possibili lesioni subite durante la caduta sono state fatali. Le autorità hanno ammesso che le operazioni per recuperare il corpo sono alquanto difficili.