Secondo le prime ricostruzioni, il bambino di 10 anni stava cercando rottami metallici quando è caduto in un pilastro di cemento cavo largo appena 25 centimetri gettato per costruire un nuovo ponte
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L’intero Vietnam è con il fiato sospeso. Da 48 ore centinaia di soccorritori stanno cercando di liberare un bambino di 10 anni caduto in un pozzo profondo 35 metri in un cantiere per la costruzione di un ponte nel sud del Vietnam. Una vicenda che inevitabilmente riporta alla mente la storia di Alfredino Rampi, attorno al quale l’Italia si strinse nel 1981 per tre lunghi giorni. Secondo le prime ricostruzioni, Ly Hao Nam stava cercando rottami metallici quando è caduto in un pilastro di cemento cavo largo appena 25 centimetri gettato per costruire un nuovo ponte nella provincia meridionale di Dong Thap.
Le operazioni di soccorso
"Stiamo facendo del nostro meglio. Non possiamo ancora dire in che condizioni si trovi il ragazzo", ha detto un soccorritore. Le autorità "non sono sicure delle condizioni attuali del ragazzo. Ha smesso di interagire con l'esterno anche se gli è stato continuamente fornito ossigeno”, ha riferito un quotidiano locale. Secondo i resoconti dei media, i soccorritori hanno cercato di perforare e ammorbidire il terreno circostante nel tentativo di sollevare il pilastro e tirare fuori il bambino. Tutto il Paese è coinvolto nelle operazioni di salvataggio, da quando il primo ministro Pham Minh Chinh ha chiesto l’intervento dei soccorritori federali, a supporto delle autorità locali.