Dalla notifica via sms al blocco del conto corrente bancario. Queste le misure del piano statale che prevede regole più severe sul velo islamico e che sarà ratificato nelle prossime settimane. Intanto proseguono le proteste nel Paese da oltre tre mesi. Negozi chiusi e scioperi in moltissime città. Altre cinque persone condannate a morte
Un piano di castità per le donne che non indossano il velo islamico. In Iran è allo studio un nuovo regolamento statale noto come "Efaf e Hijab" che prevede misure punitive “più moderne e precise contro l'abbigliamento improprio". Ad affermarlo è il deputato del parlamento di Teheran, Hossein Jalali, membro della Commissione cultura. Tra due settimane il piano sarà operativo e andrà a sostituire le pattuglie della polizia morale. Le donne che non osservano l'hijab (il velo islamico) saranno avvisate tramite messaggi sul telefonino, prima di passare alle punizioni vere e proprie, tra cui quella che prevede il blocco del proprio conto corrente bancario.
Blocco dei conti correnti bancari alle donne senza velo
Secondo quanto riporta il quotidiano riformista Shargh, il deputato Hossein Jalali ha affermato che alle donne che non indossano il velo o che lo fanno in modo inappropriato verranno dati tre avvertimenti che vanno da una notifica via sms al blocco del loro conto in banca. Sui social scoppia subito la polemica. L'annuncio viene recepito dal popolo del web come un ulteriore tentativo della Repubblica islamica di esercitare pressione sulle donne, in prima linea nelle manifestazioni di protesta che si stanno svolgendo in Iran dopo la morte di Masha Amini, arrestata dalla polizia morale di Teheran il 13 settembre scorso con l'accusa di non indossare correttamente l'hijab. Di fronte al concreto pericolo di vedere aumetare le tensioni nel Paese, il deputato Jalali non si tira indietro e dichiara: “Non ci sarà alcun ritiro dal piano dell'hijab perchè il ritiro significa il ritiro della Repubblica islamica".
approfondimento
Iran, al Jazeera: nessuna conferma su abolizione della polizia morale
Scioperi e negozi chiusi, 5 condanne a morte
Continuano da oltre tre mesi le dimostrazioni antigovernative in varie città iraniane dopo che attivisti hanno proclamato tre giorni di sciopero, a partire da ieri. Negozi chiusi in molte città, non solo nella capitale Teheran, dove i manifestanti hanno appiccato il fuoco in mezzo alla strada per bloccare il traffico o lanciare oggetti contro edifici. Cinque persone sono state condannate alla pena capitale in Iran con l'accusa di aver ucciso un membro delle forze paramilitari Basij durante le proteste nazionali esplose in Iran. Lo ha detto il portavoce della magistratura iraniana Massoud Setayeshi spiegando che è possibile presentare ricorso. I cinque condannati a morte sono stati giudicati colpevoli di "corruzione sulla terra" uno dei reati più gravi secondo la legge islamica della sharia in Iran. Altri 11, tra cui una donna, sono stati condannati per "il loro ruolo nelle rivolte" e hanno ricevuto pene detentive, ha detto Setayeshi. Con la condanne di oggi salgono a undici le pene capitali stabilite dall'inizio delle proteste in Iran.