La finale della Emirates Intercontinental Cup tra Iran e Brasile a Dubai si è trasformata in una protesta contro gli ayatollah. I calciatori della Nazionale di Teheran si sono rifiutati infatti di cantare l’inno nazionale. Poi il calciatore Saeed Piramoon ha mimato il gesto di tagliarsi una ciocca di capelli in solidarietà verso le donne iraniane. La tv di Stato ha interrotto la diretta
Non si placano le proteste in Iran che da settimane accendono il Paese dopo la morte della studentessa Masha Amini fino all'uccisione avvenuta ieri di un'altra ragazza manganellata dagli agenti. E anche il mondo dello sport reagisce alle continue violenze della polizia. Ieri infatti la finale della Emirates Intercontinental Cup di beach soccer tra Iran e Brasile a Dubai si è trasformata in una protesta contro gli ayatollah. I calciatori della Nazionale di Teheran, numero due del ranking mondiale, si sono rifiutati infatti di cantare l’inno nazionale. Poi, dopo un gol, il giocatore Saeed Piramoon ha esultato mimando il gesto di tagliarsi una ciocca di capelli in solidarietà con le proteste delle donne in nome di Mahsa Amini. L’Iran ha vinto il trofeo per la quarta volta battendo il Brasile per 2 a 1. La tv di Stato di Teheran ha però interrotto la diretta e la Federcalcio iraniana ha comunicato che ci saranno conseguenze. Alla cerimonia di premiazione i giocatori hanno alzato i trofei senza esultare.