Bin Salman su Biden: "Scarso acume mentale, preferivo Trump"

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Secondo fonti interne al governo di Riad contattate dal Wall Street Journal, il principe ereditario saudita si sarebbe preso più volte gioco del presidente americano e delle sue gaffe nelle riunioni con i propri consiglieri. Un comportamento che testimonia la qualità dei rapporti diplomatici tra i due Paesi, arrivati ai minimi storici anche a causa del taglio alla produzione di petrolio voluto di recente dall'Opec+ 

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“Ha scarso acume mentale, preferivo Trump”. Queste alcune delle parole che il principe ereditario dell’Arabia Saudita Mohammed Bin Salman avrebbe riservato al presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Lo riporta il Wall Street Journal, che rivela come in più di un’occasione il leader del Golfo Persico si sia divertito a schernire l’inquilino della Casa Bianca nelle riunioni con i suoi consiglieri. Toni che evidenziano come i rapporti tra i due Paesi siano al minimo Storico anche alla luce delle recenti divergenze sui tagli alla produzione di petrolio dell'Opec+

La soffiata

A svelare il retroscena sarebbero state alcune fonti interne allo stesso governo saudita. Secondo le persone sentite dal quotidiano economico statunitense, Salman e i suoi fedelissimi si divertirebbero a prendersi gioco di Biden per “la sua scarsa intelligenze e i suoi scivoloni”. Ultimo in ordine di tempo, quello in cui il leader statunitense ha sbagliato a pronunciare il nome del nuovo premier britannico Rishi Sunak proprio nel discorso in cui avrebbe dovuto dargli il benvenuto. Non solo scherni però. Il 37enne erede al trono saudita avrebbe anche detto di non stimare il numero uno di Washington fin da quando era vice di Barack Obama, aggiungendo: “Molto meglio avere a che fare con Donald Trump”.

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Il nodo petrolio

Un atteggiamento che dimostra come le relazioni diplomatiche tra i due Paesi siano ormai arrivate ai minimi termini. Al punto da spingere il Consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ad annunciare una “revisione della relazioni strategiche con Riad” subito dopo le elezioni di midterm dell’8 novembre. A segnare il punto di rottura pare essere stata l’ultima decisione dell’Opec+, il cartello di produttori petroliferi guidato proprio dall’Arabia Saudita, che di recente ha tagliato la produzione di due milioni di barili al giorno per mantenere elevati i prezzi del greggio. Una decisione ampiamente osteggiata dall’amministrazione americana, che ha accusato il gruppo di aver in questo modo alimentato l’inflazione in Occidente e dato sospiro alle casse di Vladimir Putin. 

I precedenti

In realtà i rapporti tra Stati Uniti e Arabia Saudita si erano fatti tesi ben prima. Biden ha condotto la campagna elettorale assicurando che avrebbe chiesto conto a Riad dell’assassinio del giornalista Jamal Khashoggi, di cui la Cia accusa Salman di essere mandante. Inoltre, negli ultimi mesi, l’amministrazione Usa ha sollecitato più volte i sauditi a isolare economicamente e politicamente la Russia ma il principe ha mantenuto una posizione equidistante, rivendicando il diritto di appoggiare Kiev senza interrompere gli affari con Mosca. 

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