
Guerra in Ucraina, cosa sono i droni Shahed che l'Iran avrebbe dato a Mosca
Da tempo Kiev accusa Teheran di fornire alle forze armate del Cremlino i suoi velivoli da guerra. Negli attacchi degli ultimi giorni sarebbero stati utilizzati ad esempio droni Shahed-136, ma anche Shahed-129 e Shahed-191. Il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amirabdollahian, smentisce: la Repubblica Islamica d’Iran non ha mai fornito armi "a nessuno dei due fronti nella guerra in Ucraina"

La rappresaglia russa sulle città ucraine - in risposta all’attacco al ponte di Crimea che Mosca attribuisce a Kiev – sarebbe stata portata avanti anche con droni kamikaze provenienti dall’Iran. Si tratterebbe in particolare dei velivoli senza pilota Shahed-136, ma anche di Shahed-129 e Shahed-191. Non è la prima volta che Teheran viene accusata di fornire armi alle forze armate del Cremlino. Le voci sono però sempre state smentite. (In foto: la cerimonia di presentazione del drone Shahed-129, Teheran, 2013)
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I DRONI IRANIANI - I droni Shahed-136 sono stati definiti "kamikaze" perché, carichi di esplosivo, invece che sparare missili cadono direttamente sul bersaglio identificato, grazie a una tecnologia Gps avanzata. Si muovono a bassa quota e sono di piccole dimensioni (3,5 metri in lunghezza e 2,5 metri in larghezza), caratteristiche che li rendono difficilmente intercettabili dai radar nemici
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Il loro impiego è ritenuto efficace soprattutto quando si cerca di colpire infrastrutture specifiche. Possono essere utilizzati anche contro l'artiglieria statunitense a lungo raggio Himars, ritenuta cruciale per la controffensiva di Kiev. Gli Shahed-136 sono un'arma in diretta competizione con i droni Bayraktar TB2, forniti all'Ucraina dalla Turchia. I velivoli iraniani sarebbero infatti più veloci di quelli turchi, arrivando a volare a 180 km all'ora. Non mancano però punti deboli: sono droni molto rumorosi e ritenuti poco efficaci contro bersagli mobili
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Il loro basso costo di produzione ne favorisce però un uso massiccio, con lanci a raffica. Altre indiscrezioni parlano poi dell’utilizzo di droni Shahed-129, capaci di trasportare fino a otto missili. Se impegnati in combattimento hanno un’autonomia di 24 ore e sono in grado di colpire anche obiettivi in movimento. Il velivolo Shahed 129 (nella foto) avrebbe un raggio di azione di quasi 2mila chilometri
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I velivoli iraniani sarebbero quindi stati utilizzati negli attacchi che il 10 ottobre si sono abbattuti sull’Ucraina: Kiev parla di 84 missili e 24 droni. Solo cinque giorni prima, il capo dell'amministrazione militare regionale di Kiev, Oleksiy Kuleba, aveva parlato di “un attacco con droni kamikaze Shahed-136” nella cittadina di Bila Tserkva, il “primo attacco del genere nella zona”
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Il 7 ottobre era stato il governatore dell'Oblast di Zaporizhzhia, Oleksandr Starukh, a parlare di un attacco sulla città sempre con droni Shahed-136, che avrebbero colpito e danneggiato diverse infrastrutture in due distretti

Lo stesso giorno, anche dalle regioni di Odessa e Mykolaiv, nel Sud del Paese, arrivavano voci dell’uso di droni iraniani Shahed-136. Ma anche andando indietro nei mesi, le accuse all’Iran per aver fornito armi a Mosca non mancano. Le indiscrezioni sono state smentite pochi giorni fa dal ministro degli Esteri di Teheran, Hossein Amirabdollahian. La Repubblica Islamica d’Iran, ha detto, non avrebbe mai fornito armi "a nessuno dei due fronti nella guerra in Ucraina"

Teheran, ha spiegato il ministro in un incontro con il vice ministro degli Esteri polacco Pawel Jablonski, avrebbe preso la scelta di non aiutare con l’invio di armi né Mosca né Kiev perché “è contraria ad armare entrambe le parti per arrivare in tempi rapidi alla fine della guerra"
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