
Nelle stanze del potere a Mosca iniziano a circolare possibili scenari, se e quando il presidente deciderà o sarà costretto a lasciare il Cremlino. Tra falchi e colombe, sono tanti i nomi papabili per prendere un giorno il comando, dal fedelissimo Medvedev ai più attendisti Mishustin e Sobjanin

Vladimir Putin ha appena compiuto 70 anni. La leadership del presidente russo, che ha scatenato la guerra in Ucraina e spaventa il mondo per una possibile minaccia nucleare, non sarebbe più vista come un dato di fatto immutabile tra i suoi fedelissimi. Iniziano a circolare voci sulle ipotesi di un Cremlino senza di lui
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Secondo quanto riporta Repubblica, una fonte dell'amministrazione presidenziale ha riferito all’analista russo Andrej Pertsev, del think tank Carnegie Politika, che le persone intorno al presidente "non è che vogliano rovesciarlo adesso o stiano complottando, ma c'è la consapevolezza, o il desiderio, che potrebbe non governare il Paese nel prossimo futuro"
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Si comincia a evocare, ancora solo in maniera virtuale, l'Operatsija Prejemnik (Operazione Successore), il nome con cui storicamente si definì il passaggio di potere tra Eltsin e Putin allo scoccare del nuovo millennio. L’attuale presidente terminerà il suo quarto mandato nel 2024 ma la riforma costituzionale di due anni fa gli permetterebbe di fatto di rimanere al potere fino al 2036
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Ma Putin potrebbe non essere interessato realmente a restare in carica per un altro decennio. Servirà prima o poi un cambio al vertice. Come ha spiegato il suo ex speechwriter Galljamov, il presidente non ha a disposizione un tempo illimitato per scegliere il suo successore. E più va avanti maggiori sono i rischi che sia indebolito fisicamente o a livello di consensi, anche visto come sta andando la guerra in Ucraina. Insomma aumenterebbero le probabilità di un passaggio di consegne segnato da complotti e scontri tra fazioni
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Pertsev chiarisce che è tutto in evoluzione ma al momento non c’è nulla di concreto. "Putin non ha annunciato l'inizio dei casting e non sta pianificando di lasciare l'incarico. Ma l'interesse mostrato per la corsa dagli esponenti più autorevoli dell'élite, senza menzionare l'entusiasmo dei partecipanti, dimostra che il sistema vuole discutere, e persino vedere, un futuro post-Putin"
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Ma chi potrebbero essere i possibili successori dello “Zar” Putin? "I falchi - spiega Pertsev - pensano che Putin stesso sceglierà il suo successore, perciò lo imitano nel tentativo di vincerne il favore segnalando che ne difenderanno l'eredità". È il caso del segretario generale del partito Russia Unita Andrej Turchak o del presidente della Duma Vjacheslav Volodin

Un altro “falco” vicinissimo a Putin è l'ex presidente e premier Dmitrj Medvedev (in foto), attuale numero due del Consiglio di Sicurezza. In questi mesi si è distinto per le sue posizioni di fermezza contro Kiev e i suoi alleati. Un altro nome che circola è quello di Serghej Kirienko, primo vice capo dell'amministrazione presidenziale che tiene i rapporti con i territori ucraini. Negli ultimi mesi è apparso molto di più sui media e ha una fitta rete di appoggi ma paga una certa lontananza di rapporti con gli uomini delle forze di sicurezza vicini a Putin
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Dall’altra parte ci sono invece coloro che aspirano alla successione ma hanno tenuto una strategia diametralmente opposta, cioè quelli che non parlano della guerra in Ucraina. Pertsev spiega che queste persone "si aspettano che a scegliere il nuovo leader saranno le élite che punteranno a un tecnocrate in grado di conciliare interessi opposti”. Tra i nomi in questa frangia ci sono il premier Mikhail Mishustin e il sindaco di Mosca Serghej Sobjanin. Considerano la guerra ucraina come una parentesi e pensano che le relazioni con i Paesi andranno ripristinate

I potenziali successori di Putin sono numerosi, dal vicepremier Dmitrij Kozak a Dmitrij Patrushev, ministro dell’Agricoltura. Da Denis Manturov, ex vicepremier, ai liberali Aleksej Kudrin e German Gref. Infine, nell’ipotesi molto improbabile di una sorta di colpo di Stato popolare, si menzionano anche i nomi del dissidente Aleksej Navalny (in foto) e dell’ex oligarca esiliato Khodorkovskij
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