Da emblema di unità a bandiera di uno schieramento: la casacca si è trasformata in icona di una parte. Lo stesso Bolsonaro l'ha indossata al momento del voto. Perché è diventata manifesto elettorale?
Milioni di brasiliani si sono recati alle urne domenica in tutto il Brasile per esprimersi su quello che è stato uno scontro totale tra Lula e Bolsonaro, nonostante la presenza di altri 9 candidati. In un clima di forte polarizzazione, anche l’abbigliamento è diventato terreno di scontro. Il Presidente in carica, in cerca della riconferma, ha votato nel quartiere Villa Militar a Río de Janeiro indossando la maglia della nazionale brasiliana. La scelta dell’outfit di Bolsonaro non è casuale. La celebre casacca gialla è diventata un simbolo della sua campagna.
L'outfit elettorale
Cinquanta minuti dopo l’apertura dei seggi, Bolsonaro era già davanti alla scuola che si trova nella zona ovest della città costiera per esercitare il diritto di voto. La sua apparizione non è passata certo inosservata. Il giallo della maglia della Seleção spiccava sullo sfondo della carovana delle sei auto scure che lo hanno scortato fino al seggio. I giornalisti che hanno raccolto le sue dichiarazioni non sono rimasti stupiti per il suo look sgargiante e informale. Nei giorni scorsi Bolsonaro aveva invitato i suoi elettori a presentarsi ai seggi con la t-shirt: "Aiutateci, andate a votare domenica e andate con la camisa amarela possibilmente. Il giallo attira l’attezione”. Sono stati in molti a seguire l'indicazione.
Le maglie gialle contro i sondaggi sfavorevoli
L’obiettivo dichiarato era di sconfessare i sondaggisti: “mostrare che nel giorno delle elezioni ci sono molte persone che vanno a votare per noi”, come è stato spiegato. L’iniziativa è infatti nata in polemica con le rilevazioni che lo davano più del 10% sotto il rivale del Partito dei lavoratori, Luiz Inácio da Silva, detto Lula. La prova delle urne ha dato ragione a Bolsonaro che si è classificato al secondo posto, ma solo per pochi punti: il primo turno si è concluso con un 48% di Lula contro il 43% di Bolsonaro.
Le vittorie della nazionale
C’è di più. La maglia è associata ai successi calcistici dei "pentacampeões", così vengono chiamati i calciatori brasiliani, cinque volte campioni del mondo. La t-shirt verdeoro contribuisce a creare una narrazione ottimistica e baldanzosa. A rafforzare il legame tra Bolsonaro e la leggendaria Seleção sono stati d’altronde anche i numerosi endorsement ricevuti dal mondo del calcio. Da Felipe Melo a Lucas Moura, le dichiarazioni di voto pro-Bolsonaro si sono susseguite. L’ultima in ordine di tempo è stata quella dell’attaccante del Paris Saint-Germain e stella della nazionale Neymar: giovedì ha espresso pubblicamente la sua intenzione di voto, ballando e cantando su Tik Tok il jingle di campagna di Bolsonaro.
La febbre dei segni di riconoscimento
La legge brasiliana non vieta di manifestare le proprie preferenze politiche, purché lo si faccia in modo “individuale e silenzioso”. Segni di riconoscimento non sono mancati anche a sinistra, sebbene Lula non abbia incoraggiato questa pratica. Si è infatti presentato all’appuntamento con un outfit piuttosto discreto: un completo scuro. Molti suoi sostenitori di libera iniziativa hanno indossato occhiali rossi e magliette dello stesso colore per contrapporsi al giallo dei bolsonaristi, colore che un tempo univa il Paese ma che ora fa risaltare le divisioni tra schieramenti. L’uso politico della t-shirt non è una novità assoluta. Già nel 2015, la "camisa" era diventata protagonista delle proteste pro-impeachment contro l’allora Presidente “petista”, Dilma Rousseff.