Rinviato il procedimento a carico di Patrick Zaki, lo studente egiziano accusato di diffusione di notizie false, al termine della settima udienza a Mansura. "Come se stesse già scontando una condanna senza mai essere stato condannato" scrive sui social Amnesty Italia
Nuovo rinvio dell'udienza al prossimo 29 novembre. Lo ha detto Patrick Zaki ai giornalisti che aspettavano l’esito dell' udienza davanti al Palazzo di Giustizia di Mansura, in Egitto. "Siamo nel ciclo del rinviare, e rinviare e rinviare di cui non sappiamo i motivi", ha aggiunto il ricercatore egiziano accusato di diffusione di notizie false. Il suo è stato un vero e proprio sfogo davanti alla stampa. "Oggi abbiamo fatto presente al giudice che volevamo presentare la nostra difesa ma non ce ne hanno dato l'opportunità, come ogni volta", ha detto il giovane studente dell’Università di Bologna. “Così aspettiamo anche se non sappiamo i motivi che sono dietro il rinvio, ma vedremo", ha continuato Patrick. Commento a caldo di Amnesty Italia che scrive sui social: "Come se stesse già scontando una condanna senza mai essere stato condannato", scrive su Twitter Riccardo Noury, il portavoce di Amnesty Italia.
Processo a porte chiuse
"Non è durata più di un secondo o insomma pochi secondi, uno o due", ha detto Patrick Zaki in merito alla durata dell'udienza di oggi . "Mi chiedono sempre la carta d'identità, do la carta d'identità, vanno in camera di consiglio e poi danno la decisione", ha raccontato Patrick. Si tratta della settima udienza inserita in una sessione in corso, per il giovane ricercatore che dopo 22 mesi di custodia cautelare rischia altri cinque anni di carcere. Nessun giornalista in aula, presente solo una delegazione di diplomatici stranieri che, su richiesta dell’Italia, segue tutte le udienze nell'ambito di un “programma di monitoraggio europeo” per il rispetto dei diritti umani.
approfondimento
Patrick Zaki: "La mia condanna è il mio processo"
Previsioni azzeccate
Patrick Zaki è accusato per un articolo sulle discriminazioni della minoranza cristiana in Egitto, perseguitata dall'Isis. Il processo a suo carico sembra non aver fine. Viene rinviato di mese in mese. Le previsioni fatte ieri da una fonte giudiziaria erano giuste. La fonte aveva dichiarato all'Ansa che oggi ci sarebbe stato un ulteriore aggiornamento di due o tre mesi. Il rinvio , sempre secondo la fonte, servirebbe a dar tempo di maturare "una decisione politica che congeli completamente il processo e conceda a Patrick la sua totale libertà".