Argentina, uomo punta pistola contro vicepresidente Kirchner: arrestato

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La vicepresidente è stata minacciata con un’arma da fuoco nei pressi della sua abitazione, nel quartiere Recoleta di Buenos Aires. "Per un motivo che non è ancora stato tecnicamente confermato, la pistola che aveva 5 proiettili in canna non ha sparato nonostante sia stato premuto il grilletto", ha detto il presidente Alberto Fernández. “È il più grave attacco alla nostra democrazia dal 1983”, ha aggiunto

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Un uomo ha puntato una pistola alla testa della vicepresidente argentina Christina Kirchner. È successo nel quartiere Recoleta di Buenos Aires: nei filmati mostrati da diversi canali televisivi, si vede la vicepresidente che si avvicina alla folla davanti alla sua abitazione, probabilmente per firmare una copia della sua autobiografia, e poi si vede l’uomo, un brasiliano naturalizzato argentino di 35 anni, che punta la pistola alla sua tempia per pochi secondi, prima di essere fermato e arrestato. Dalla pistola non è partito alcun colpo. "Cristina è viva perché, per un motivo che non è ancora stato tecnicamente confermato, la pistola che aveva 5 proiettili in canna non ha sparato nonostante sia stato premuto il grilletto", ha detto il presidente dell'Argentina Alberto Fernández.

Le indagini

“Ora la situazione deve essere analizzata dal nostro personale forense”, ha dichiarato il ministro della Sicurezza Anibal Fernandez. La tv pubblica ha diffuso in esclusiva un video in cui si vede, fra la folla che saluta Kirchner all'esterno della sua residenza, il braccio teso di un individuo che impugna una pistola. L’uomo poi punta l’arma a pochi centimetri dalla testa della vicepresidente e avrebbe cercato di premere il grilletto, senza far partire il colpo. Come riferisce l'agenzia di stampa Telam, è stato arrestato dalla polizia dopo essere stato bloccato dalla sicurezza di Kirchner e identificato come Fernando André Sabag Montiel. Nato in Brasile e naturalizzato in Argentina, ha 35 anni e qualche precedente penale per porto abusivo di armi. A pochi metri dalla scena dell'attacco, segnalano i media argentini, è stata ritrovata una pistola calibro 32 Bersa di fabbricazione argentina con 5 proiettili nel caricatore e in condizione di sparare. Secondo le prime ipotesi, le ragioni del gesto potrebbero essere legate alle accuse di frode e corruzione ricevute da Kirchner la scorsa settimana e relative all'aggiudicazione di appalti pubblici nella sua roccaforte di Santa Cruz, nel sud del Paese, durante i due suoi mandati presidenziali alla Casa Rosada tra il 2007 e il 2015. L'accusa ha chiesto dodici anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

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La condanna del gesto

L'attacco alla vicepresidente è stato condannato dalla coalizione di opposizione Insieme per il cambiamento, che ha chiesto un'indagine sui fatti, oltre che dal governo. Anche il presidente argentino Alberto Fernández ha condannato la tentata aggressione. “Quanto successo è il più grave attacco da quando abbiamo recuperato i nostri diritti nel 1983”, dal ritorno della democrazia nel Paese, ha detto. In un clima di grande commozione generale per l'accaduto, il capo dello Stato ha disposto che la giornata di oggi, venerdì 2 settembre, sia considerata festiva "affinché in pace e armonia il popolo possa esprimersi in difesa della vita e della democrazia e in solidarietà con la nostra vicepresidente". Parlando in tv agli argentini, il presidente ha spiegato: “Cristina è viva perché, per un motivo che non è ancora stato tecnicamente confermato, la pistola che aveva 5 proiettili in canna non ha sparato nonostante sia stato premuto il grilletto".

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