Lo scorso settembre un referendum aveva depenalizzato l’aborto. Ieri sera il Consiglio Grande e Generale ha approvato la proposta di legge in seconda lettura dopo molte ore di discussione e tentativi di mediazione
Con 32 voti a favore, 7 contrari e 10 astenuti, è stata approvata la legge che regolamenta l'interruzione volontaria di gravidanza nella Repubblica di San Marino. Ieri sera il Consiglio Grande e Generale l’ha approvata in seconda lettura dopo molte ore di discussione in Commissione e in Ufficio di presidenza.
Il referendum
Per arrivare a questo passo, sancito dall’esito referendario dell'anno scorso, che aveva depenalizzato l’aborto, è servita una lunga mediazione sui temi su cui le parti contrapposte erano più divise: la contraccezione "d'emergenza" ed educazione sessuale nelle scuole, il ruolo delle "strutture associative" di “sostegno alle madri". Con il referendum del 26 settembre 2021 che ha visto vincere il sì a larga maggioranza era stato abrogato un codice risalente al 1865 che puniva con pene tra sei mesi e tre anni di carcere chi procurava un aborto.
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La legge
Concretamente sarà possibile usufruire della legge già dalla sua entrata in vigore, prevista il quinto giorno successivo a quello della sua legale pubblicazione. Infatti anche se la legge prevede l’istituzione del consultorio, è stato inserito nella legge un comma che spiega come "nelle more di cui al comma 1 e fino alla costituzione del Consultorio, le richieste di accesso all'interruzione volontaria di gravidanza vengono prese in carico dall'UOC Ostetricia e Ginecologia dell'ISS che demanda alla struttura sanitaria convenzionata esterna alla Repubblica". In pratica le pazienti potranno fare richiesta di accesso all'interruzione volontaria di gravidanza all'ospedale statale che a sua volta demanderà, almeno per ora, a strutture sanitarie convenzionate esterne al territorio della Repubblica.