Gli avvocati del Tycoon hanno indirettamente ammesso la presenza, nella residenza in Florida, di documenti riservati. Il dettaglio arriva in risposta al nuovo documento presentato dal dipartimento di Giustizia, dove si accusano l'ex presidente e il suo team di aver rimosso e nascosto documenti classificati per ostacolare le indagini
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Gli avvocati di Donald Trump hanno indirettamente ammesso che nella residenza di Mar-a-Lago ci fossero carte top secret rispondendo al nuovo documento del dipartimento di Giustizia. Secondo quanto riportato dalla Cnn, che ha visionato la risposta, i legali dell'ex presidente sostengono che "il fatto che tra i documenti presidenziali ci fossero carte top secret non deve destare allarme". Inoltre gli avvocati del Tycoon sottolineano che gli Archivi Nazionali "dovevano aspettarsi nelle 15 scatole" che Trump ha consegnato a gennaio da Mar-a-Lago ci fosse "materiale classificato perché erano carte presidenziali".
Il nuovo documento del dipartimento di Giustizia
Nel nuovo documento presentato dal dipartimento di Giustizia, si accusano l'ex presidente e il suo team di aver rimosso e nascosto a Mar-a-Lago documenti classificati per ostacolare le indagini. “Gli investigatori "hanno preso documenti da alcuni file e li hanno sparpagliati sul pavimento per ottenere un effetto drammatico", attaccano però gli avvocati di Trump, riferendosi a una fotografia, diventata virale, che mostra carte con su scritto 'top secret' sulla moquette della residenza in Florida.
Le elezioni di Midterm
Intanto, è probabile che il dipartimento di Giustizia Usa aspetti fino a dopo le elezioni di Midterm a novembre per annunciare eventuali accuse contro Trump sia in relazione alla perquisizione nella sua residenza in Florida, sia rispetto all'altra indagine sul tentativo di ribaltare i risultati del voto del 2020, come riferiscono fonti informate all'agenzia Bloomberg. Il dipartimento di giustizia di solito evita di intraprendere azioni investigative o presentare accuse a ridosso di un'elezione e aiutare o ostacolare un candidato o un partito, a partire da 60 giorni prima delle elezioni. In questo caso si tratterebbe del 10 settembre, quindi, secondo le fonti, è probabile che nulla sarà annunciato fino a dopo l'8 novembre.