"Ristrutturazione" e "Trasparenza": sono questi i due pilastri su cui si è fondata la politica del’ultimo presidente dell'Unione Sovietica, a cominciare dal marzo 1985, quando divenne segretario del Partito comunista
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Perestrojka (ristrutturazione) e Glasnost (trasparenza): sono questi i due pilastri su cui si è fondata la politica - di riforme - di Mikhail Gorbaciov. L’ultimo presidente dell'Unione Sovietica è morto all’età di 91 anni, il 30 agosto.
Perestrojka, la ristrutturazione
La Perestrojka, a cominciare dal marzo 1985, quando Gorbaciov divenne segretario del Partito comunista sovietico, fu il motore delle riforme che interessarono l’Unione Sovietica, in un programma di rinnovamento dell'economia e dell'organizzazione dello Stato. Si compì un primo passo per un processo di democratizzazione. Il comunismo doveva evolversi ed essere caratterizzato da un pluralismo politico, imprese private e statali e un sistema socialdemocratico. Gorbaciov provò quindi a dare respiro al sistema produttivo, a rinnovare la classe politica, a rendere l'informazione più libera. Riabilitò molti dissidenti politici e incontrò sempre più spesso i leader mondiali, anche gli americani (prima Reagan e poi Bush). Queste iniziative, però, provocarono forti tensioni economiche e politiche nella società sovietica. Gorbaciov si dimise il 25 dicembre 1991, il Partito comunista si sciolse e l'Unione Sovietica si dissolse.
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Glasnost, la trasparenza
Al termine Perestrojka è solitamente associato il termine Glasnost che, letteralmente, significa "pubblicità", ma che più spesso viene tradotto con "trasparenza". Per Gorbaciov la parola rappresentava una vasta serie di misure per cercare di attenuare la censura, attraverso una graduale apertura alla libertà di stampa, alla rianimazione del dibattito politico interno e a rendere pubbliche le decisioni del Politburo.