
Su 4.550 satelliti che orbitano intorno alla Terra, 2.900 sono americani. Di questi, 150 sono militari. Russia e Cina possono contare rispettivamente su 125 e 129 satelliti militari, cifre raddoppiate in pochi anni. Il confine tra quelli civili e militari, spiega l'ingegnere Nasa Pat Norris, è però labile: "Ogni Paese in grado di lanciare satelliti è in grado anche di distruggerli lanciando un oggetto che li colpisca. Se alcuni Paesi mettessero armi nello spazio, ciò potrebbe dare il via a un'escalation"

Mentre lo scorso 24 febbraio i primi mezzi militari russi entravano in Ucraina, dallo spazio si registravano i loro movimenti tramite satelliti militari. Le posizioni delle batterie d’artiglieria, gli spostamenti delle truppe, i danni inflitti e ricevuti venivano documentati da milioni di immagini, poi convertite in rapporti di intelligence per le autorità militari e civili (in foto, un'immagine dell'attacco russo all'aeroporto di Hostomel fornita da Maxar Technologies)
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È dalla Guerra Fredda che i satelliti spia militari sono utilizzati dagli eserciti più sofisticati. Ai tempi, le informazioni venivano registrate su una pellicola che, inserita in una capsula e spedita sulla Terra, doveva essere recuperata da un velivolo che l'avrebbe poi portata in laboratorio. Solo settimane dopo le immagini catturate diventavano disponibili
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La quantità limitata di pellicola che i satelliti riuscivano a trasportare li rendeva utilizzabili per meno di un mese. Così, Russia e Stati Uniti erano obbligati a lanciare nuovi satelliti nello spazio a cadenza regolare. Oggi i satelliti possono durare anche decenni, grazie all’evoluzione delle tecnologie laser e digitali. Il risultato è che lo spazio è sempre più affollato, con le difficili implicazioni che la coesistenza di apparecchi di nazioni avversarie potrebbero porre per la sicurezza
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Posizione di vantaggio in questo è quella degli Stati Uniti. Secondo i dati elaborati da Dewesoft, azienda specializzata nella costruzione di sistemi di acquisizione dati di alto livello, sarebbero 4.550 i satelliti che orbitano intorno alla Terra. Di questi, 2.900 sono di proprietà statunitense
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Sarebbero 150 i satelliti americani che hanno specifica natura militare. Appartengono all’aeronautica e al National Reconnaissance Office, l’organo che si occupa in modo esplicito dei satelliti spia e trasferisce dati e immagini a Pentagono, Consiglio di Sicurezza Nazionale, Dipartimento di Stato e agenzie di intelligence (in foto, il Pentagono)
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Russia e Cina possono contare rispettivamente su 125 e 129 satelliti militari, cifre raddoppiate in pochi anni. Seguono, con meno di dieci dispositivi, Colombia, Danimarca, Francia, Germania, Giappone, India, Italia, Messico, Regno Unito, Spagna e Turchia

Il vantaggio strategico americano sulle altre potenze non è solo numerico. Gli Stati Uniti sono anche l’unico Paese a poter contare sulle cosiddette "stazioni staffetta" disseminate nello spazio. Quando un satellite passa sopra una stazione, ha soltanto tra i 5 e i 10 minuti per trasmettere le informazioni prima di allontanarsi troppo. Qua entrano in gioco le "stazioni staffetta", che scaricano le informazioni e le trasmettono rapidamente sulla Terra

“Gli americani hanno satelliti staffetta nello spazio così possono scaricare l'immagine non appena è stata scattata”, spiega a Deutsche Welle Pat Norris, ingegnere Nasa che lavorò per il programma Apollo 11, la missione spaziale che portò i primi uomini sulla Luna. Russia, Cina, Israele e i Paesi europei, dice Norris, “devono scaricare le immagini non appena i satelliti giungono sopra una stazione amica"

Ulteriori vantaggi sono assicurati dall'elevatissimo numero di satelliti civili Usa in orbita. Basti pensare alla SpaceX di Elon Musk, il singolo maggior operatore di satelliti al mondo con 1.655 dispositivi, quasi tutti parte della galassia Starlink, che ha avuto un ruolo importante nel mantenere la stabilità della connessione internet in Ucraina dopo l'inizio della guerra contro la Russia

Il confine tra satellite militare e civile, spiega Norris, “è diventato molto labile”: i primi starebbero catturando “immagini che meno di venti anni fa sarebbero state disponibili solo per il personale militare". Questo rende ogni satellite in orbita un potenziale obiettivo, nel caso in cui un conflitto si stendesse allo spazio

"Ogni Paese in grado di lanciare satelliti è in grado anche di distruggerli lanciando un oggetto che li colpisca", dice Norris. Alcuni Paesi si sarebbero già mossi in tal senso: “si dice che America, Cina e Russia lo abbiano fatto"

L’alto numero di satelliti presenti nello spazio potrebbe scoraggiare iniziative simili. “Se però alcuni Paesi mettessero armi nello spazio, ciò potrebbe dare il via a un'escalation. Verrebbe violato il Trattato sullo Spazio Esterno e, una volta accaduto ciò, chissà cosa potrebbe accadere”, dice Norris

La prospettiva non sembra imminente. Alcune iniziative non la fanno però sembrare così irrealistica, come la decisione dell’ex presidente Usa Donald Trump di costituire la US Space Force, sesto ramo delle forze armate con lo scopo – tra gli altri – di aumentare la presenza e il controllo americano sullo spazio