Consiglio europeo, Draghi: “Allargamento dell’Ue è passaggio storico”

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Il premier italiano in conferenza stampa a Bruxelles: "L'Ue sta crescendo e sta diventando sempre più importante, sta diventando quell'istituzione a cui tutti i Paesi Ue guardano come una istituzione capace di dar loro stabilità e sicurezza”. Il presidente del Consiglio spiega che “la dipendenza dal gas russo è scesa dal 40 al 25%, l'Italia sta andando molto bene per gli stoccaggi. Impegnati a proteggere potere d'acquisto italiani ma inflazione da energia si espande, Unione europea agisca subito”

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Il premier italiano Mario Draghi è intervenuto in una conferenza stampa a Bruxelles, dove si è svolto il Consiglio europeo. "L'Ue sta crescendo - ha detto il presidente del Consiglio - e sta diventando sempre più importante, sta diventando quell'istituzione a cui tutti i Paesi Ue guardano come una istituzione capace di dar loro stabilità e sicurezza". Draghi ha aggiunto: “Si è deciso che il processo di allargamento, così esigente e burocratico, resterà esigente ma sarà molto meno burocratico, l'Ue assumerà una dimensione meno arcigna” (IL SI ALL'A CANDIDATURA PER UCRAINA E MOLDAVIA).

Draghi: “Impegnati a proteggere potere d'acquisto italiani”

Il premier italiano si è soffermato sui temi economici: "Nell'area dell'euro, soprattutto a causa dei prezzi dell'energia e dell'inflazione, le previsioni sono di un rallentamento un po' in tutti i Paesi. Noi siamo impegnati a proteggere e sostenere il potere d'acquisto degli italiani”. Draghi ha spiegato: "È mia intenzione convocare un incontro con le parti sociali al più presto, 10, 15 giorni al massimo".  Il sostegno al potere d'acquisto degli italiani "è essenziale per tanti aspetti, uno dei quali è la pace sociale". Poi ha spiegato che al vertice "si è parlato di energia, di cosa fare per i prezzi così alti. L'Italia, per gli stoccaggi, sta andando molto bene e la dipendenza dal gas russo, che era il 40% l'anno scorso, oggi sta al 25%: le misure che abbiamo messo in campo iniziano a dare risultati". Il monito del premier è che bisogna "agire subito sui prezzi dell'energia perché sta succedendo che da un'inflazione che dipendeva sostanzialmente dall'energia ora dipende anche da altre cose. Questi aumenti si spargono e diventano aumenti di altre merci".

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"Sui prezzi dell'energia i Paesi sono molto esitanti ad agire”, prosegue Draghi. “Ho un chiesto Consiglio straordinario sull'energia a luglio ma mi è stato fatto notare che non abbiamo ancora uno studio sul quale discutere. Ecco, ora nella risoluzione finale il Consiglio invita la Commissione a produrre questo studio entro settembre, per poi discuterne nel Consiglio di ottobre". In ogni caso, ”le misure che si stanno pensando" in Italia "assicurano che non vi sia emergenza durante l'inverno. Il quadro, grazie alla ricerca di altri fornitori, vede l'Italia in buona posizione. Di un meccanismo di ristoro per chi è più colpito dalle sanzioni ne abbiamo parlato. Ci sono molte asimmetrie", su impegno militare, flussi di rifugiati o energie, spiega ancora Draghi. "Ma non sono asimmetrie a senso unico, non siamo solo noi colpiti da queste".

“Putin ha già tagliato forniture, Ue in difficoltà”

Draghi ha spiegato che "c'è molta consapevolezza rispetto alla serietà della situazione" sull'energia. "Si è parlato molto di coordinamento e sulla solidarietà, che certo ci deve essere e ci deve essere anche una risposta a controllare il prezzo del gas. L'obiezione che si fa al price cap è la paura che in risposta la Russia tagli le forniture, ma ormai in Germania stiamo al 50% del flussi. Putin incassa le stesse cifre e l'Ue ha difficoltà immense". Se ci fossero nuove azioni da parte di Mosca il Consiglio europeo è aperto all'ipotesi di un consiglio straordinario, ha detto Draghi. "È stato detto in modo esplicito: non faremo passare due mesi e mezzo senza far niente nel caso in cui dovessero avvenire altre cose sul fronte dell'energia".

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Alla domanda in conferenza stampa se reputi necessario un cambio nella squadra dei ministri dopo la scissione nel M5S, Draghi ha risposto in modo secco: “No”. Rispondendo a chi gli chiede se pensi che il suo mandato sia più forte o più debole il premier replica: "Mi sento con lo stesso mandato".

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