Il giornalista britannico Dom Phillips e l'antropologo brasiliano Bruno Araujo erano scomparsi undici giorni fa nell'Amazzonia occidentale. Ieri i fratelli Oseney da Costa de Oliveira, detto 'Dos Santos', e Amarildo da Costa Oliveira, detto 'Pelado', hanno confessato di averli uccisi e fatto sparire i corpi
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I fratelli Oseney da Costa de Oliveira, detto 'Dos Santos', e Amarildo da Costa Oliveira, detto 'Pelado', hanno confessato l'uccisione del giornalista britannico, Dom Phillips, e dell'antropologo brasiliano, Bruno Araújo, scomparsi undici giorni fa nell'Amazzonia occidentale. La dichiarazione di colpevolezza arriva dopo il ritrovamento, confermato oggi dal ministro della Giustizia brasiliano Anderson Torres, di resti umani nella foresta. Il giornalista britannico e l'esperto studioso brasiliano erano stati visti per l'ultima volta il 5 giugno durante una spedizione nella zona della Valle del Javari.
La pesca illegale è il probabile movente
"Ieri sera abbiamo ottenuto una confessione dal primo dei due sospetti che ci ha raccontato nei dettagli come è stato commesso il crimine e dove sono stati seppelliti i corpi", ha dichiarato in una conferenza stampa il capo della polizia federale dello Stato settentrionale di Manaus, Eduardo Alexandre Fontes. I presunti assassini, che erano già stati arrestati, sono stati portati dagli agenti sul luogo delle ricerche, nella Vale do Javari, per indicare l'ubicazione dei cadaveri. Secondo le prime ricostruzioni, una volta uccise le vittime sarebbero state squartate e bruciate, per poi gettare i resti in un fosso nella terra indigena di Vale do Javari. Il movente del duplice delitto sarebbe stato la pesca illegale nella regione. I due criminali stavano pescando illegalmente 'pirarucu', una specie di pesce nativa dell'Amazzonia, e sarebbero per questo stati ripresi da Pereira e Phillips, che stava fotografando l'azione. Finora gli inquirenti avevano trovato tracce di sangue su una barca, uno zaino e documenti appartenenti ai due scomparsi.
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Oggi l'identificazione dei resti umani
Il giornalista britannico Dom Phillips e l'attivista per i diritti degli indigeni Bruno Pereira erano scomparsi lo scorso 5 giugno, quando sono stati visti l'ultima volta nel comune di Sao Rafael, da dove erano partiti in barca per Atalaia do Norte, nello Stato di Amazonas. I killer, dopo la confessione, hanno condotto la polizia nel luogo dove avevano sepolto i loro cadaveri e dove sono stati trovati resti umani. "Ora - ha affermato Alexandre Fontes - si passa a una nuova fase: la fase di identificazione di questi resti umani, che vengono raccolti con la massima dignità, al fine di preservare le prove''. Il capo della polizia federale ha aggiunto che oggi ''questi resti umani saranno portati al nostro Istituto di criminalistica della polizia federale, a Brasilia, dove avrà luogo l'identificazione''.
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Chi sono le vittime
Phillips, 57 anni, collaboratore del quotidiano The Guadian, e Araújo, 41 anni, ex funzionario della Fondazione nazionale dell'indio (Funai), stavano conducendo ricerche sulla situazione di alcune tribù e avevano ricevuto minacce per il loro lavoro. Il probabile movente del duplice omicido è infatti da identificare nella pesca illegale in una regione come questa, vicina al confine con Perù e Colombia, nota per essere molto pericolosa, con diffuse attività di traffico di droga, pesca e lavaggio illegale dell'oro. Negli ultimi anni, quel territorio è diventato un asse strategico per le bande di narcotrafficanti che trasportano via fiume la cocaina o la cannabis prodotta nei Paesi vicini. La moglie brasiliana del giornalista, Alessandra Sampaio, ha
ringraziato in un comunicato "tutte le squadre che hanno effettuato le ricerche, soprattutto i volontari locali".