Il ministro degli esteri russo smentisce le voci secondo cui il presidente russo avrebbe pochi anni di vita a causa di una forma aggressiva di cancro che gli farebbe perdere anche la vista. In un'intervista all'emittente nazionale francese TF1 Lavrov fa sapere anche che la Russia non intende chiudere le porte di una dialogo con l'Occidente
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Arriva la smentita ufficiale del Cremlino, il giorno dopo la notizia diffusa da The Mirror secondo cui Vladimir Putin sarebbe malato di una forma grave di cancro e quindi, secondo una fonte dell’intelligence russa, i medici avrebbero informato il presidente russo, 69 anni, che gli sarebbero rimasti al massimo 3 anni di vita. “Putin non è malato” dichiara il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov che in un’intervista all’emittente francese TF1 afferma: "Non credo che le persone sane di mente possano vedere in questa persona i segni di un qualche tipo di malattia o disturbo" sottolineando che il capo del Cremlino appare in pubblico "ogni giorno".
Lavrov: le porte con l’Occidente non sono chiuse
La Russia giudicherà le intenzioni dell'Europa in base alle sue azioni, ribadisce il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov che in un'intervista al canale televisivo francese TF1 dichiara: "Non intendiamo dire che le porte della ripresa del dialogo siano chiuse. Ma giudicheremo l'Europa solo da azioni concrete. Abbiamo imparato la lezione. In questo senso la situazione è cambiata rispetto alla fine della Guerra Fredda" ha detto Lavrov. "All'epoca - continua - si parlava molto di valori umani universali, del futuro condiviso dell'Europa dall'Atlantico all'Oceano Pacifico. Erano parole nobili. Ma non appena si è trattato di fare dei passi concreti e di tradurre quegli slogan in azioni, l'Europa ha dimostrato riluttanza" conclude Lavrov.
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Lavrov: la priorità assoluta è liberare il Donbass
Intanto le forze russe avanzano verso il centro di Severodonetsk. “L'obiettivo è spingere l'esercito ucraino fuori dalle due regioni" dichiara il ministro degli Esteri russo Lavrov. "La nostra priorità assoluta è la liberazione delle regioni di Donetsk e Luhansk, riconosciute come Stati indipendenti dalla Federazione Russa" ribadisce Lavrov. Alla domanda se la Russia intenda annettere il Donbass, Lavrov risponde: "Non si tratta di annessione. E' un'operazione militare chiesta dalle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk".