Considerato uno dei criminali più ricercati al mondo, Morabito era stato arrestato nel maggio dello scorso anno dalla Polizia federale a Joao Pessoa e poi trasferito al penitenziario Federale di Brasilia, dove è da allora detenuto
La prima sezione della Corte suprema federale (Stf) del Brasile ha confermato l'autorizzazione all'estradizione in Italia del narcotrafficante della 'Ndrangheta Rocco Morabito, uno dei criminali più ricercati al mondo. Morabito era stato arrestato nel maggio dello scorso anno dalla Polizia federale a Joao Pessoa e poi trasferito al penitenziario Federale di Brasilia, dove è da allora detenuto.
La sentenza
Nel marzo di quest'anno lo stesso massimo tribunale brasiliano aveva già concesso l'approvazione all'estradizione ma ieri ha ribadito la sua decisione respingendo un ricorso dei legali della difesa di Morabito che avevano sostenuto l’illegalità delle procedure. I giudici hanno votato all’unanimità il rigetto dell'istanza e disposto la fine del processo di estradizione. Ora il governo federale sarà incaricato di consegnare il boss alle autorità italiane. Nella sentenza a Corte suprema ha ricordato alle autorità italiane che devono essere rispettati alcuni requisiti previsti dalle leggi brasiliane, come la sottrazione da una eventuale condanna della detenzione scontata in Brasile e l'applicazione di una pena massima di 30 anni di carcere. In Italia Morabito è stato ripetutamente condannato per un totale di oltre 100 anni di reclusione per casi di traffico internazionale di droga.
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Il profilo
Calabrese, classe 1966, Morabito è considerato il re della cocaina di Milano. Detto 'u tamunga è nipote di Giuseppe Morabito, boss appartenente a una delle più potenti cosce malavitose della Locride. Condannato a 30 anni di carcere nel 1994 per associazione di tipo mafioso e traffico di droga, dal febbraio del 1995 è stato inserito nell'elenco dei latitanti più pericolosi d'Italia. Catturato una prima volta a Montevideo, in Paraguay, dopo 23 anni di latitanza, Morabito riuscì ad evadere nel giugno del 2019 insieme ad altri detenuti dalla terrazza del carcere Central. Dopo quasi 2 anni di latitanza fu arrestato il 24 maggio 2021 dalla Polizia Brasiliana con il supporto investigativo dei Carabinieri del ROS, dei Comandi Provinciali di Torino e dello SCIP (Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia del Dipartimento della Pubblica Sicurezza) con la collaborazione dell’FBI e della DEA.