Le copie sono state ritirate dopo i dubbi sull'inchiesta, coordinata da un ex agente dell'Fbi, secondo cui il ricco notaio van den Bergh avrebbe indirizzato la polizia nella soffitta dove la famiglia Frank si nascose per sfuggire ai campi di sterminio. L'editore si è anche scusato con coloro che si sono sentiti offesi dal contenuto del libro
Un libro che affermava di aver risolto la questione di chi avesse tradito Anna Frank è stato ritirato dal suo editore olandese, dopo che le sue scoperte sono state smentite. Come riporta il sito della Bbc nel libro si parla di un uomo di origini ebree, chiamato Arnold van den Bergh, dichiarato come il responsabile degli arresti di Anna Frank e della sua famiglia durante la seconda guerra mondiale. Ma da quando è stato pubblicato a gennaio, l'opera è stata fortemente criticata. Ora un nuovo rapporto di un team di esperti e storici della seconda guerra mondiale ha affermato che la teoria su cui si basa il libro non regge.
Il caso
Anna Frank era una ragazza ebrea che scrisse un diario sui suoi due anni di latitanza prima di morire in un campo di concentramento nazista nel 1945. Il libro intitolato "The Betrayal of Anne Frank: A Cold Case Investigation" diceva che il notaio ebreo Van den Bergh aveva probabilmente denunciato il nascondiglio dei Frank per salvare la sua stessa famiglia. Un investigatore in pensione dell'FBI, come riporta il libro in questione, ha impiegato sei anni per cercare di risolvere il caso. Ma la teoria esposta nelle pagine dell'autrice canadese Rosemary Sullivan, ha suscitato reazioni da parte di gruppi e storici ebrei. L'European Jewish Congress ha esortato l'editore HarperCollins a ritirare la sua edizione in lingua inglese, dicendo che aveva offuscato la memoria di Anna Frank e la dignità dei sopravvissuti all'Olocausto.
Copie ritirate
"Non ci sono prove serie per questa grave accusa", hanno detto gli esperti. In risposta, la casa editrice olandese Ambo Anthos ha affermato che il libro non sarebbe più disponibile e ha chiesto alle librerie di restituire le loro scorte. L'editore ha offerto le sue "sincere scuse" a coloro che si sono sentiti offesi dal contenuto del libro, mentre la nipote di Van den Bergh ha invitato HarperCollins a ritirare l'edizione in lingua inglese. "Con questa storia, stai sfruttando la storia di Anna Frank, stai falsificando la storia e stai contribuendo a una grande ingiustizia", ha detto.
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Secondo gli investigatori sarebbero stato un ricco notaio olandese, Arnold van den Bergh, a indirizzare la polizia nella soffitta dove la famiglia della giovane ebrea si nascose per due anni per sfuggire ai campi di sterminio
Al momento è solo una supposizione ma i dubbi restano molteplici. E' stato davvero un ebreo di Amsterdam a tradire Anna Frank? Storici olandesi gettano dubbi sulle conclusioni dell'inchiesta coordinata da un ex agente dell'Fbi secondo cui il ricco notaio Arnold van den Bergh avrebbe indirizzato la polizia nella soffitta di Prinsengracht dove la famiglia Frank si nascose per due anni per sfuggire ai campi di sterminio.
L’ indagine
L'indagine dell'ex agente dell'Fbi Vincent Pankoke e di un "dream team" di investigatori e ricercatori d'archivio, pubblicata ieri nel libro "The Betrayal of Anne Frank" di Rosemary Sullivan in vista della Giornata della Memoria il 27 gennaio, ha ricevuto nelle ultime ore una vasta copertura in tutto il mondo. Oggi però in Olanda numerosi esperti hanno espresso dubbi sulle conclusioni: "Offrono informazioni che meritano approfondimento, ma nessuna base per l'accusa centrale", ha detto Ronald Leopold, il direttore della casa-museo di Anna Frank che presenterà le scoperte del gruppo di Pankoke come "una delle tante teorie" considerate nel corso degli anni.
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Le contestazioni
Molti hanno poi contestato il peso dato nel corso dell'inchiesta al Jewish Council di Amsterdam, un comitato di collaborazionisti di cui van den Bergh era stato tra i fondatori e che, secondo gli investigatori, avrebbe tenuto liste dei nascondigli degli ebrei come quello dove si erano chiusi i Frank. "Accusano senza dare vere prove", ha detto Laurien Vastenhout, una ricercatrice del NIOD Institute for War, Holocaust and Genocide Studies: "Ancora una volta abbiamo una narrativa in cui sono gli ebrei ad essere i colpevoli”.
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