Russia, Navalny condannato a 9 anni per “frode su larga scala”. Usa: rilascio immediato

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Il leader dell'opposizione russa è stato dichiarato colpevole di nuove accuse di appropriazione indebita e anche di oltraggio alla corte per aver "insultato un magistrato", ha detto la giudice. Il pubblico ministero di Mosca aveva chiesto una condanna a 13 anni di reclusione per l'attivista, che sta già scontando due anni e mezzo per non aver rispettato i termini di presentazione in tribunale mentre era ricoverato in terapia intensiva per avvelenamento nell'estate del 2020. Gli Stati Uniti condannano la sentenza

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Il leader dell'opposizione russa Alexei Navalny (CHI È) è stato dichiarato colpevole di nuove accuse di appropriazione indebita e condannato a 9 anni di carcere. Navalny è stato giudicato colpevole per "frode su larga scala e insulti a un giudice", riportano le agenzie russe citando la sentenza del tribunale di Lefortovo a Mosca. Gli Stati Uniti hanno chiesto il rilascio immediato e il portavoce del dipartimento di Stato americano Ned Price ha condannato con forza la nuova sentenza: "“Condanniamo fermamente l'orchestrazione di un processo farsa da parte della Federazione Russa", si tratta di un nuovo "tentativo di mettere a tacere Navalny e altre figure e voci dell'opposizione che criticano le autorità russe" e "un altro esempio della crescente repressione attuata dal governo contro le opinioni dissenzienti e la libertà di espressione, al fine di nascondere la brutale guerra del Cremlino".

La condanna a 9 anni

Una settimana fa il pubblico ministero di Mosca ha chiesto una condanna a 13 anni di reclusione per il leader dell'opposizione russa, che sta già scontando due anni e mezzo non aver rispettato i terrmini di presentazione in tribunale mentre era ricoverato in terapia intensiva per avvelenamento nell'estate del 2020. L’accusa questa volta è di nuovo di appropriazione indebita, perché avrebbe rubato denaro da alcune donazioni fatte a favore della sua fondazione contro la corruzione in politica. La difesa ha insisto sull'assoluzione, sottolineando l'assenza di reato nelle azioni di Navalny. "Navalny ha commesso un'appropriazione indebita, ovvero il furto di proprietà altrui da parte di un gruppo organizzato", ha detto la giudice Margarita Kotova, secondo quanto riporta una giornalista di Afp presente sul posto. Poi ha specificato che Navalny è stato dichiarato colpevole anche di oltraggio alla Corte. "Navalny ha mancato di rispetto al tribunale, insultando un giudice", ha detto Kotova. Il verdetto è stato annunciato in un'udienza del tribunale fuori sede nella colonia penale N2 nella città di Pokrov, a pochi chilometri da Mosca.

Gli altri processi

Di origini ucraine, Navalny è nato a Butyn, in Russia, il 4 giugno 1976. Blogger e attivista, negli anni sono diversi gli arresti e i processi che ha subito. Nel 2012 è stato condannato a tre anni e mezzo su denuncia della multinazionale russa Yves Rocher per appropriazione indebita dei fondi dell'azienda per 30 milioni di rubli. Nel marzo 2017 viene arrestato durante una manifestazione a Mosca, condannato a 15 giorni di carcere e a una multa da 20mila rubli (circa 320 euro). Nel giugno dello stesso anno viene nuovamente arrestato durante una protesta contro la corruzione. A settembre finisce ancora in prigione, con l’accusa di aver organizzato eventi pubblici non autorizzati.

L’avvelenamento e il ricovero

Il 20 agosto 2020, durante un volo dalla Siberia a Mosca, Navalny accusa un malore e viene portato in un ospedale, finendo in terapia intensiva. Il sospetto è quello di un avvelenamento. Il 22 agosto, su volere della moglie, il dissidente russo viene trasferito in Germania, dove viene riscontrato un avvelenamento da Novichok, confermato successivamente dai laboratori di Svezia e Francia. A fine settembre viene ufficialmente dimesso dall'ospedale e rimane in Germania. Il 17 gennaio 2021, Navalny sceglie di tornare in Russia. Al suo rientro, viene arrestato all’aeroporto Sheremetyevo di Mosca. Le autorità del Cremlino motivano l’arresto perché Navalny avrebbe violato la condizionale nel caso Yves Rocher, che prevedeva l'obbligo di presentarsi al commissariato di polizia, due volte ogni mese. A febbraio viene condannato a quasi tre anni di carcere.

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