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Giornata mondiale dell'acqua, miliardi di persone non ne hanno accesso

Mondo

Nadia Cavalleri

Ogni anno nel mondo 361.000 bambini sotto i 5 anni muoiono a causa di malattie legate a carenze idriche e 1,2 miliardi di persone non hanno sufficiente acqua potabile

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In occasione della giornata mondiale dell’acqua Amref Health Africa ha diffuso un documentario con la voce narrante di Giobbe Covatta per aumentare la consapevolezza sull’importanza di avere accesso a questa primaria fonte di vita “resilienza nell’Africa sub sahariana vuol dire adattarsi alla mancanza di acqua” spiega infatti Covatta subito all'inizio del video  “ogni giorno donne e bambini camminano per ore alla ricerca di fiumi, laghi, ruscelli… ma qui l’acqua è sporca, contaminata, portatrice di malattie” spiega.

In effetti i dati che si riferiscono all’accesso ad acqua potabile o per lo meno pulita sono preoccupanti: oggi un abitante su cinque nel mondo non ha sufficiente acqua da bere, parliamo di 1,2 miliardi di persone. In Africa, nelle zone rurali, solo 4 persone su 10 hanno accesso ad acqua pulita, per gli altri, quando si trova, l’acqua è troppo sporca. Sono 361.000 i bambini sotto i 5 anni che muoiono ogni anno a causa di diarrea o altre malattie legate a carenze idriche e igieniche.

A livello globale si conta che almeno 2 miliardi di persone utilizzino normalmente fonti d’acqua contaminate da feci. 

Giornata mondiale dell'acqua
Amref

La sfida nel distretto di Pader

In Uganda, nella regione di Pader, il tasso di mortalità infantile è di oltre 180 su 1000 nati vivi, di cui l’8% a causa di diarrea acuta. Nel 2015, solo il 23.7% della popolazione dell’Africa Sub-Sahariana aveva accesso a servizi idrici sicuri, contro un tasso mondiale del 71%. Nell’Uganda settentrionale, i servizi igienici sono ancora una grande sfida: solo il 30% delle famiglie ha servizi igienici in funzione e circa 600.000 famiglie non ne ha. Il distretto di Pader inoltre, è attualmente in ritardo rispetto al resto del paese, in termini di indici di sviluppo umano, ed è caratterizzato da alti livelli di povertà. Negli ultimi 5 anni, solo una media del 62% sulle 231.700 persone della zona hanno avuto accesso all’acqua in modo sicuro e il 39% utilizza ancora le latrine a cielo aperto.

Giornata mondiale dell'acqua, ragazzo che beve
Amref

Le  testimonianze di Aloyo e Kilama

Aloyo Kerry è una madre ugandese che vive nella regione di Pader, martoriata da guerre civili fino al 2008 ed oggi una delle regioni più povere al mondo ed è una delle voci raccolte da Amref, la più grande ONG africana che si occupa di salute nel continente e che garantisce accesso ad acqua pulita a migliaia di persone “La nostra sfida è la stagione secca e le infinite distanze dalle fonti d’acqua. Bisogna andare a raccoglierla circa 3-4 volte al giorno. È faticoso”, spiega Aloyo, che racconta “L’acqua ci ha reso liberi. Abbiamo detto addio all’acqua sporca dei ruscelli”. Adesso Aloyo ha la possibilità di coltivare verdure e crescere i suoi figli in salute.

Kilama Simon, sempre a Pader, riassume molto chiaramente il concetto di 'One Health' il progetto che riconosce la relazione esistente tra uomo, animale e ambiente “Senza acqua, i campi si inaridiscono e procurarsi il cibo diventa impossibile. Così, non solo siamo costretti a condividere l’acqua con i nostri animali, ma questi ultimi si ammalano, si indeboliscono, muoiono, e con loro anche noi: il 90% delle persone in queste zone vive di allevamento e agricoltura. È tutto collegato”

 

Il fenomeno del Water Grabbing 

In uno scenario già così drammatico, si aggiunge il problema del water grabbing. L’espressione inglese significa letteralmente “accaparramento dell’acqua” e indica tutte quelle situazioni in cui attori potenti prendono il controllo  (o deviano a proprio vantaggio) risorse idriche sottraendole a comunità locali e/o intere nazioni la cui sussistenza si basa proprio su quelle preziose risorse. È così che un bene comune come l’acqua si trasforma in un bene privato o controllato da chi detiene il potere. In questo scenario, c’è da considerare che 2.195 litri d’acqua vengono consumati per produrre un paio di jeans, 17.196 per produrre un chilo di pomodori e 10.850 per produrre un chilo di cioccolata. Per fermare i ‘ladri di acqua,’ in collaborazione con Water Grabbing Observatory, Amref raccoglie firme che verranno consigliate al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite e al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, per chiedere di mantenere alta l’attenzione sul tema del diritto umano all’acqua e di rafforzare il lavoro di sensibilizzazione sull’opinione pubblica italiana. Amref si rivolge alle istituzioni affinché si mobilitino per garantire in Africa, come in Italia, acqua potabile e sicura a tutti con maggiore attenzione alle persone più deboli e in difficoltà economiche.

L’effetto del cambiamento climatico

Ad aggravare ulteriormente la situazione ci sono gli effetti dei cambiamenti climatici.  Nel 2006 le Nazioni Unite hanno citato il continente africano come il più esposto e indifeso dalle implicazioni dei cambiamenti climatici. Oggi, questa ipotesi rimane valida, infatti, secondo l’African Development Bank Group, tra i primi 20 Paesi del pianeta a maggiore vulnerabilità sui cambiamenti climatici, sei sono nel continente africano. Nel 2019, nell’intero continente, ai 7,6 milioni di sfollati in fuga da conflitti, si sono aggiunti 2,6 milioni di profughi del clima.

“I cambiamenti climatici, l’insorgenza di nuove malattie infettive, come nel caso del COVID-19, la difficoltà nell’accesso a fonti d’acqua pulita, la malnutrizione, la mortalità infantile. Queste sono solo alcune delle sfide che un’alta percentuale della popolazione mondiale affronta ogni giorno”, dichiara Guglielmo Micucci, Direttore di Amref Health Africa – Italia. “Per non soccombere di fronte a tutto questo, e per poter sperare in una trasformazione positiva, è indispensabile riconoscere lo stretto legame che unisce noi esseri umani con l’ambiente che ci circonda: One Health”.

Il progetto Solar for inclusive Wash

Le storie di Aloyo Kerry e Kilama Simon – insieme agli scatti di Esther Ruth Mbabazi – sono stati ripresi all’interno del progetto “Solar for Inclusive WASH”: un progetto finanziato dalla Fondazione Peter Wallenberg Water for All e dai comitati Water for All di Atlas Copco ed Epiroc, storiche aziende partner di Amref. L’obiettivo del progetto è fornire energia solare e migliori servizi idrici e igienico-sanitari a 48 comunità del distretto di Pader situato nel Nord Uganda. Grazie a questo intervento della durata di 3 anni, aumenterà l’accesso ai servizi WASH (Water, Sanitation & Hygiene) per 5.100 alunni in 6 scuole, miglioreranno le pratiche igieniche e sanitarie per 5.100 alunni e 23.400 membri delle comunità coinvolte, e sarà garantito accesso ad acqua potabile e a servizi igienici ad un totale di circa 30.000 persone.

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