Prima dell’invasione russa vivevano in territorio ucraino circa 2mila italiani, ora ce ne sono 400. Alcune decine di loro sono intrappolati. Di Maio: “Lavoriamo ogni giorno per portarli fuori. Se l'evacuazione non può avvenire in sicurezza, preferiamo dire loro di aspettare”. L’ambasciatore Zazo: "Il fatto che l'ambasciata italiana sia ancora presente rappresenta un aspetto importante"
Ci sono ancora 400 italiani in Ucraina, dei 2.000 che vivevano nel Paese prima della guerra. Di questi, 34 sono bloccati nelle città assediate, tra cui Mariupol, ha fatto sapere nella serata di domenica 13 marzo il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. "Duecento li abbiamo già salvati”, ha precisato il titolare della Farnesina. "Per i 34 che sono ancora intrappolati lavoriamo ogni giorno per portarli fuori. Ma se l'evacuazione non può avvenire in sicurezza, preferiamo dire loro di aspettare" (GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - LO SPECIALE - I VIDEO DI SKY TG24). In precedenza era stato l'ambasciatore Pier Francesco Zazo, in collegamento da Leopoli, a parlare dei connazionali rimasti in Ucraina. "Molti di loro vogliono rimanere perché hanno la loro vita qui, con mogli e figli. Ma alcuni sono purtroppo intrappolati, non riescono a lasciare il Paese".
“Ambasciata ancora presente è segnale”
"Il fatto che l'ambasciata italiana sia ancora presente in Ucraina rappresenta un aspetto importante, apprezzato dal governo ucraino, ma anche un sostegno psicologico per gli italiani presenti", ha spiegato Zazo. Tra i Paesi del G7, ha sottolineato il diplomatico, solo l'Italia e la Francia hanno mantenuto l'ambasciata in Ucraina, spostandola da Kiev a Leopoli, nell'ovest del Paese. La maggioranza degli altri si sono invece riposizionati nella vicina Polonia. "I bombardamenti - ha detto l'ambasciatore - non sono arrivati a Leopoli. Speriamo che l'escalation militare non arrivi anche qui. C'è molta trepidazione perché i russi hanno accerchiato le grandi città. La vita a Leopoli prosegue in modo quasi normale, ma si sente la tensione".
leggi anche
Ucraina, Guerini: “No all'idea di entrare in guerra"
Ambasciatore Zazo: “Non credo a una guerra su larga scala”
Quanto alla situazione militare sul terreno, non c'è dubbio che la Russia sia "superiore", ma ciò non significa che potrà prendere il controllo politico dell'Ucraina. "Potrà arrivare con i carri armati al centro delle città ucraine - ha osservato Zazo - ma poi non sarà in grado di insediare un regime fantoccio filo-russo. Persino nelle città già conquistate c'è una sollevazione popolare. C'è un forte sostegno popolare per il presidente Zelensky, è in corso una lotta per la libertà" e "c'è il rischio di una guerriglia urbana, che potrebbe diventare in futuro una lotta partigiana", nell'analisi del diplomatico italiano. Infine, sui rischi che l'intervento russo in Ucraina possa portare ad un conflitto su larga scala, l'ambasciatore ha espresso qualche preoccupazione, relativa soprattutto alle intenzioni del presidente russo: "Putin - ha detto - non potrà mai accettare l'umiliazione di una sconfitta militare. L'orgoglio russo si basa soprattutto sulla potenza militare. Non credo a una guerra mondiale perché la Nato non la vuole, ma il momento è pericoloso".