Le parole del ministro degli Esteri russo dopo l’incontro in Turchia con l’omologo ucraino: "Si è verificata una situazione che ha creato una minaccia a Mosca, abbiamo fatto vari appelli ma nessuno ci ha ascoltato"
"Non abbiamo attaccato l’Ucraina”. Suonano un po’ surreali le parole pronunciate dal ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, al termine del vertice (che si è chiuso con un nulla di fatto) con l’omologo ucraino Dmytro Kuleba ad Antalya, in Turchia. “In Ucraina – ha aggiunto Lavrov – si è verificata una situazione che ha creato una minaccia a Mosca, abbiamo fatto vari appelli ma nessuno ci ha ascoltato". Una versione, quella di Lavrov, che abbraccia la propaganda usata dal governo russo per spiegare l’intervento in Ucraina, finalizzato a liberare il Paese dai nazisti (AGGIORNAMENTI LIVE - SPECIALE - VIDEO).
Lavrov: "Civili usati come scudi umani"
Lavrov, ha garantito che la Russia ha preso tutte le precauzioni possibili per permettere l'uscita di civili attraverso corridoi umanitari. "Si è parlato di corridoi umanitari e abbiamo discusso di tutte le possibili precauzioni da prendere per evitare qualsiasi danno ai civili. Questi ultimi vengono usati come volontari per combattere, mentre alcune milizie locali li utilizzano come scudi umani. Ogni giorno vengono diffusi da parte nostra avvisi relativi l'apertura di corridoi umanitari. Il nostro obiettivo è l'evacuazione di civili", ha detto.