Covid, a New York stop mascherine al chiuso tranne che nelle scuole e sui mezzi pubblici
MondoLa governatrice dem Kathy Hochul revoca l'obbligo dei dispositivi di protezione al chiuso - a eccezione di metropolitana, autobus e treni - e l'obbligo da parte degli esercenti di chiedere la prova vaccinale ai clienti. Il consigliere della Casa Bianca nella lotta al Covid Fauci, intervistato dal Financial Times, assicura: “Le restrizioni saranno presto una cosa del passato”
Continuano ad allentarsi le misure contro il coronavirus anche negli Stati Uniti. La governatrice dem di New York Kathy Hochul ha annunciato la revoca dell'obbligo di mascherina al chiuso e dell'obbligo da parte degli esercenti di chiedere la prova vaccinale ai clienti. La mascherina al chiuso però dovrà ancora essere utilizzata nelle scuole e sui mezzi di trasporto pubblico come metropolitana, autobus e treni. Intanto, il consigliere della Casa Bianca nella lotta al Covid Anthony Fauci, intervistato dal Financial Times, assicura: “Le restrizioni saranno presto una cosa del passato” (COVID: AGGIORNAMENTI LIVE - SPECIALE - LE REGOLE NEGLI ALTRI PAESI).
A New York verso addio alle "casette" per cene all'aperto
Ma New York si prepara a dire addio anche alle casette di legno e alle strutture per pranzi e cene all'aperto, approvate con la pandemia per aiutare i ristoranti. Nonostante il successo di pubblico, le autorità si apprestano a revocare le autorizzazioni: all'aperto saranno probabilmente consentiti tavoli ma solo con ombrelloni. "Non avevamo previsto che si trattasse di un'iniziativa permanente e non prevediamo che lo diventi", spiegano le autorità del consiglio comunale travolte da mesi da migliaia di lamentele per l'eccessivo rumore e lo sporco che creano le casette esterne su marciapiedi o in strada. "I pranzi e le cene all'aperto ci hanno mostrato quello che potevamo fare con le nostre strade ma hanno comportato conseguenze non volute, come l'eccessivo rumore e la sporcizia", spiega Marjorie Velazquez, la democratica del Bronx che sponsorizza l'eliminazione delle strutture create per lasciare spazio a tavoli con ombrelloni in stile europeo. Velazquez quindi spiega come le nuove costruzioni abbiano inoltre reso meno agibili i marciapiedi per i disabili, oltre a citare vari incidenti di auto finite contro le strutture causando tanta paura e qualche ferito. Per i residenti delle aree più in voga nella città probabilmente la rimozione delle casette non sarà sufficiente a placare la furia visto che la loro battaglia è, in generale, contro l'iniziativa dei tavoli all'aperto avviata nel 2020 come programma di emergenza dopo che la pandemia ha chiuso le sale interne dei ristoranti. All'iniziativa hanno aderito 11.000 locali e, secondo le stime della città , ha contribuito a salvare 100.000 posti di lavoro. Nonostante le temperature basse molti newyorkesi hanno continuato a preferire i tavoli all'aperto fra dicembre e gennaio, durante il picco di Omicron, sfidando il freddo. Le autorità hanno infatti vietato l'uso di riscaldatori al propano per timori per la sicurezza, lasciando ai ristorati l'opzione del riscaldamento elettrico.
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Fauci: "Le restrizioni saranno presto una cosa del passato"
Intanto, intervistato dal Financial Times, Anthony Fauci si mostra più ottimista che mai sull'andamento dell'epidemia da coronavirus. "Le restrizioni saranno presto una cosa del passato", dice. E indica una prospettiva in cui saranno le autorità sanitarie locali a gestire la risposta al virus e non più l'amministrazione Biden. Il consigliere del presidente americano per la lotta al Covid, da sempre fautore di una linea rigorosa, si dice "certo" di una "uscita da una fase pandemica vera e propria verso una situazione in cui le decisioni saranno prese a un livello locale. Inoltre, le persone decideranno da sole come comportarsi con il virus". Fauci evita di utilizzare il termine "endemico" per definire l'attuale andamento della pandemia e preferisce parlare di una situazione di "equilibrio", in cui il governo federale non avrà la necessità di tenere costantemente sotto controllo i livelli del contagio. "Non c'è modo di eradicare questo virus, ma spero che ci stiamo avvicinando a un momento in cui avremo abbastanza persone vaccinate e abbastanza persone protette dopo aver preso il Covid che le restrizioni diventeranno una cosa del passato", spiega. Quanto alle dosi di richiamo, al booster, per l'immunologo "dipende dal soggetto: una persona normale, un trentenne in salute, senza patologie pregresse, potrà fare il booster una volta ogni quattro cinque anni".