Il truffatore di Tinder, la vera storia di Shimon Hayut che ha ispirato il film Netflix

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Chi è e che fine ha fatto l’uomo che con i suoi raggiri sentimentali ha ispirato il film, in cui si racconta - attraverso la voce delle sue vittime - le truffe sulle app di incontri

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Shimon Hayut è l’uomo che ha ispirato il film-documentario Il truffatore di Tinder, disponibile dal 2 febbraio su Netflix. Hayut è un uomo di 31 anni noto per aver truffato moltissime donne fingendosi quello che non era. Il giovane per diversi anni si è finto un miliardario di nome Simon Leviev. Bazzicava l’app di dating online Tinder e qui adescava le sue vittime. Prima le circuiva con il suo modo di fare e con i suoi racconti, quindi le spingeva a donargli ingenti quantità di denaro per provvedere alla sua sicurezza, infine le abbandonava per passare alle vittime successive.

Il principe dei diamanti

Hayut, che si definiva "il principe dei diamanti" e sosteneva di essere il figlio del miliardario magnate russo-israeliano Lev Leviev, era riuscito anche a farsi cambiare legalmente il cognome, in modo da riuscire ad abbindolare più agevolmente le donne che cadevano nella sua trappola. Per rendere la sua storia ancora più credibile, aveva assunto una squadra di falsi assistenti e partner commerciali e girava costantemente con una guardia del corpo al suo fianco.

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I suoi "colpi sentimentali"

Amante del rischio e della bella vita, per finanziare le sue spese lussuose e al di sopra delle sue possibilità (jet privati, hotel da fiaba e macchine costosissime), sosteneva anche di essere un amministratore delegato di grande potere costretto a viaggiare costantemente per lavoro: questo gli permetteva di mettere a segno più facilmente i suoi “colpi sentimentali”. Shimon, secondo quanto raccontato da alcune delle sue vittime, prima affascinava le donne con viaggi e regali sontuosi, usando i soldi che aveva preso da sue precedenti frequentazioni, quindi chiedeva denaro alle nuove "conquiste", dicendo loro che aveva bisogno di proteggere la sua identità a causa di problemi di sicurezza.

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La cattura nel 2019

Shimon Hayut è stato catturato nel 2019 in Grecia durante un'operazione congiunta tra l'Interpol e la polizia israeliana. Attraverso un messaggio, nel maggio 2019, aveva raccontato a Nightline della ABC di essere innocente e che le accuse contro di lui riguardavano semplicemente "un prestito tra amici”. Anzi, aveva anche sostenuto di essere la vera vittima della situazione. Secondo lui erano state le sue amanti ad aver approfittato del suo nome e della sua ricchezza: "Mi hanno usato per la mia vita, hanno ricevuto regali costosi e tutto il resto. Quando ho chiesto aiuto hanno accettato di aiutarmi e sanno che ho dei problemi. Non sono scappato da nessuno, sono tutte fake news e bugie".

Hayut e la prigione

Hayut, dopo essere stato processato, è stato condannato nel dicembre 2019 a 15 mesi di carcere e a pagare 43.289 dollari a titolo di risarcimento. Ma solo dopo cinque mesi è stato rilasciato. L’uomo aveva già scontato una condanna a due anni in una prigione finlandese per aver truffato tre donne nel 2015.

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La trama de "Il truffatore di Tinder"

La storia di Shimon Hayut e delle sue vittime ha dato spunto al film Il truffatore di Tinder. Il documentario, che vanta gli stessi produttori de L'impostore - The Imposter e Giù le mani dai gatti, è diretto da Felicity Morris. Tra uno swipe e l'altro, trovare l'amore online non è facile. Per questo Cecilie non crede ai propri occhi quando fa match con un playboy ricco e belloccio, scoprendo che è l'uomo dei suoi sogni. Ma la realtà si rivela ben diversa: quando la donna si rende conto che il sedicente uomo d'affari internazionale non è chi dice di essere, la favola lascia il posto a un thriller con vendetta. Cecilie scopre chi sono le altre donne finite nel mirino di Hayut, unisce le sue forze alle loro e reagiscono al truffatore.

Il racconto di una delle vittime

"Si può trovare di tutto su Tinder ma solo uno swipe può cambiarti la vita. La prima volta che ho parlato con Shimon si è subito creato un legame, era intelligente, simpatico, elegante. Mi ha chiesto se volevo viaggiare con lui su un jet privato. In hotel a 5 stelle. Poi nel cuore della notte mi ha confessato che aveva bisogno di una cosa... Un prestito, ventimila dollari, poi trentamila... 150mila”, ha raccontato Cecilie Fjellhoy, la studentessa norvegese che ai tempi della truffa subita aveva 29 anni e viveva a Londra e che è stata ricoverata dopo la delusione d'amore per pensieri suicidi.

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