Regno Unito, il premier Johnson chiede scusa per il Partygate ma non si dimette

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Alla Camera dei Comuni, il primo ministro inglese risponde alle polemiche seguite allo scandalo delle feste a Downing Street durante il lockdown, dicendosi "dispiaciuto" per l'accaduto. Il leader dell'opposizione laburista Keir Starmer: "Un uomo senza vergogna". Critiche anche dall'ex premier Theresa May

Il premier inglese Boris Johnson chiede scusa per il Partygate ma non fa alcun passo indietro. Nel suo intervento alla Camera dei Comuni, il primo ministro del Regno Unito non risponde alle richieste di dimissioni dopo lo scandalo delle feste a Downing Street durante il lockdown, dicendosi però "dispiaciuto" per l'accaduto: "Anzitutto, chiedo scusa. Mi dispiace per le cose che semplicemente non sono andate bene e mi dispiace per il modo in cui è stata gestita la questione".

Le promesse di Johnson

Nel suo discorso, Johnson ha rivendicato l'azione del governo ("Ci si può fidare di noi, abbiamo fatto cose che la gente riteneva impossibili") e ha promesso che "da subito" verranno fatti cambiamenti nell'operatività di Downing Street e del Cabinet Office, come suggerito dal Rapporto Gray sui party.

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Il contenuto del Rapporto Gray

Il Rapporto sul Partygate, redatto al termine dell'indagine condotta dall'alta funzionaria pubblica Sue Gray, ha condannato le feste avvenute nel giardino privato della residenza del premier durante i momenti più drammatici della pandemia di Covid. "Quando il governo chiedeva ai cittadini di accettare ampie restrizioni nelle loro vite, alcuni dei comportamenti che hanno circondato questi raduni sono difficili da giustificare", si legge nel documento. "Diversi tra questi raduni rappresentano una grave mancanza nell'osservare non solo gli alti standard che ci si attendono da coloro che lavorano nel cuore del governo, ma anche gli standard che ci si attendeva all'epoca dall'intera popolazione britannica", viene scritto.

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"Uso eccessivo di alcol durante le feste"

Nel Rapporto Gray si stigmatizza anche "l'uso eccessivo di alcol" durante quelle feste, ritenuto "non appropriato in qualsiasi momento in un luogo di lavoro". Sempre nell'ambito del Partygate, Scotland Yard sta indagando sulla festa di compleanno di Johnson svoltasi nella Cabinet Room a Downing Street il 19 giugno 2020, in presunta violazione delle regole anti-Covid. Al party prese parte lo stesso primo ministro britannico.

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Le critiche da Starmer e dall'ex premier May

Nell'intervento alla Camera dei Comuni, nel quale ha detto di "accettare in pieno le conclusioni" del Rapporto Gray, Johnson è stato più volte interrotto dalle voci di disapprovazione levatesi dai banchi dell'opposizione. Keir Starmer, leader laburista, ha definito il premier "un uomo senza vergogna, inadatto" al suo ruolo. Critiche anche dall'ex primo ministro Theresa May, che ha sottolineato come i leader debbano "dare l'esempio" nel seguire le regole. "O non aveva letto le norme anti-Covid, o non le aveva capite, o pensava che non si applicassero a lui", ha detto amara.

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