In una nota il ministero degli Esteri italiano dissuade dall'andare nel territorio per motivi non ssenziali. Intanto, il Dipartimento di Stato statunitense ha approvato la “partenza volontaria dei dipendenti del governo non essenziali e dei loro familiari" del consolato ad Almaty. Nella giornata di venerdì il presidente Tokayev ha dato alla polizia l'ordine di "sparare senza preavviso per uccidere banditi e terroristi”. Poi ha escluso ogni mediazione e ha incassato il pieno appoggio da Xi Jinping
La situazione in Kazakistan è sempre più tesa e le rivolte degli ultimi giorni hanno provocato decine di morti. La Farnesina ha fatto sapere in una nota che "restano sconsigliati al momento viaggi non essenziali in Kazakistan". Dopo che nella giornata di venerdì il presidente Tokayev ha dato alla polizia l'ordine di "sparare senza preavviso per uccidere banditi e terroristi”, il Dipartimento di Stato americano ha autorizzato i dipendenti non essenziali del consolato Usa ad Almaty a lasciare il Paese. "Il Dipartimento ha approvato la partenza volontaria dei dipendenti del governo statunitense non essenziali e dei familiari di tutti i dipendenti" di quel consolato, afferma un comunicato. Secondo l'ultimo bilancio, sono 4.404 le persone arrestate in totale per aver partecipato ai disordini, innescati dal brusco aumento del prezzo del carburante. Lo riferisce il Ministero dell'Interno di Nur-Sultan. Le rivolte non si sono ancora placate del tutto ad Almaty, maggiore città del Paese ed epicentro dei moti, dove, informano le autorità, "è ancora in corso un'operazione antiterrorismo". Intanto la Nato si è detta “preoccupata e segue molto da vicino la crisi. Bisogna porre fine alla violenza e vanno rispettati i diritti, inclusi quello alle manifestazioni pacifiche", ha spiegato il segretario generale della Jens Stoltenberg.
Farnesina: "Ambasciata d'Italia resta operativa"
La Farnesina ha sottolineato che "l'Italia continua a seguire con preoccupazione i gravi eventi" e "rinnova l'appello affinché cessi l'uso della forza nel Paese". L'Ambasciata d'Italia a Nur Sultan, si aggiunge, "è rimasta sempre operativa in costante contatto con l'Unità di Crisi della Farnesina e in coordinamento con le altre missioni diplomatiche della Ue nel Paese. Nonostante le difficoltà nelle comunicazioni, l'Ambasciata è in contatto con i cittadini italiani e le aziende presenti nel Paese per fornire loro ogni possibile assistenza".
Arrestato per alto tradimento ex capo sicurezza
L'ex capo dei servizi di sicurezza kazaki, Karim Masimov, è stato arrestato per alto tradimento, riferisce un comunicato. Fedelissimo dell'ex presidente Nursultan Nazarbayev, Masimov era stato sollevato due giorni fa dalla carica, che manteneva dal 2016. Una testata online kazaka ieri aveva riportato la notizia dell'arresto di Samat Abish, numero due dei servizi di sicurezza kazaki (Knb) e nipote di Nazarbayev. Il sito internet aveva successivamente smentito la notizia, sostenendo che la fonte fosse errata. Orda.kz aveva riferito inoltre che l'ex presidente ha lasciato il Paese insieme alle figlie e non è noto dove si trovi ora. Le autorità kazake stanno quindi suggerendo che dietro i violenti disordini innescati nei giorni scorsi dal rincaro del carburante ci sia stata una regia legata ai più alti livelli dei servizi segreti. Ieri un ex consigliere di Nazarbayev, Yermukhamet Yertysbayev, è apparso in televisione e ha affermato che 40 minuti prima dell'assalto all'aeroporto di Almaty fosse stato detto alle forze di sicurezza di rimuovere il cordone e allontanarsi. Secondo Yertysbayev, i cospiratori hanno anche favorito l'occupazione del comando della Sicurezza Nazionale ad Almaty. L'ex consigliere di Nazarbayev ha inoltre affermato che i rivoltosi sapessero dove trovare armi e fossero stati “preparati dal punto di vista ideologico". Yertysbayev ha inoltre accusato il Knb di aver nascosto informazioni su campi di addestramento per miliziani allestiti nelle regioni montagnose del Paese. Tutte accuse delle quali sarà ora chiamato a rispondere Masimov.
La situazione in Kazakistan
Nel Paese i supermercati, le banche e i ristoranti sono chiusi, la polizia presidia i punti nevralgici, le truppe russe controllano l’aeroporto. "L'ordine è ristabilito", ha detto ieri il presidente Kassym-Jomart Tokayev. La leadership kazaka è forte dell’appoggio dei partner internazionali. Il presidente ha rivolto uno "speciale ringraziamento" al presidente russo Vladimir Putin, che ha immediatamente risposto al suo appello di inviare le forze di Mosca insieme a quelle degli altri Paesi riuniti nel Trattato di difesa collettiva (Csto), cioè Armenia, Bielorussia, Tagikistan e Kirghizistan, oltre allo stesso Kazakistan. Nove aerei Ilyushin sono arrivati all'aeroporto di Almaty per trasportare soldati e mezzi militari russi. Mentre il presidente cinese Xi Jinping invia a Tokayev un messaggio di elogio per le "misure forti" da lui adottate, che hanno consentito di stroncare quella che ha definito una "rivoluzione colorata" delle "forze straniere". Da Pechino, assicura Xi, arriverà all'uomo forte del Kazakistan tutto "il necessario sostegno".
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Cosa succede ora
Mentre Internet comincia a essere riattivato in alcune regioni del Paese, e il presidente promette di revocare lo stato d'emergenza nelle aree in cui la situazione sarà tornata alla calma, il Kazakistan comincia a fare i conti con le conseguenze di questi cinque giorni di violenze. Secondo le autorità sono stati uccisi 26 di quelli che definiscono "criminali" e 18 membri delle forze dell'ordine, di cui due sarebbero stati decapitati. Non meno di 400 i feriti ricoverati negli ospedali. Il tutto provocato da uno scoppio di rabbia popolare innescato da un'improvvisa impennata dei prezzi del Gpl, ma che non sembra tradursi in una reale minaccia per il regime a causa della mancanza di un'opposizione organizzata.
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