Brasile, commissione inchiesta Covid: “Bolsonaro sia giudicato per crimini contro umanità”

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La Commissione d'inchiesta del parlamento brasiliano sulla gestione della pandemia ha approvato le conclusioni di un’indagine in cui raccomanda l'incriminazione del presidente per nove reati legati al modo in cui ha affrontato l’emergenza. Dovrà ora essere sottoposto alla procura generale diretta da un suo fedelissimo. Ma l'accusa di "crimine contro l'umanità" potrebbe finire davanti alla Corte penale internazionale dell’Aja

La Commissione d'inchiesta sulla pandemia di Covid del parlamento brasiliano (Cpi) ha approvato le conclusioni di una indagine in cui raccomanda l'incriminazione del presidente Jair Bolsonaro per nove reati legati alla sua gestione dell'emergenza, tra cui "crimini contro l'umanità". Dopo decine di udienze, la CPI ha approvato con 7 voti su 11 il rapporto che accusa il governo di aver "deliberatamente esposto" i brasiliani alla "contaminazione di massa". Si parla anche di "prevaricazione", "ciarlataneria" e "istigazione a delinquere". Al termine del voto, un minuto di silenzio ha ricordato i 606mila brasiliani morti di Covid (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI SUL CORONAVIRUS - LO SPECIALE).

Le accuse

Il testo, presentato la scorsa settimana dal relatore Renan Calheiros, raccomanda l'incriminazione di circa 80 persone, tra cui diversi ministri, ex ministri, aziende e i tre figli maggiori di Bolsonaro, tutti funzionari eletti. Non ha tuttavia efficacia immediata e rischia di non averne: il rapporto dovrà infatti essere sottoposto alla procura competente, diretta da un alleato del presidente Augusto Aras.

Cosa succede ora

L'accusa di "crimine contro l’umanità”, invece, potrebbe finire davanti alla Corte penale internazionale dell'Aja. Il presidente, la cui popolarità è secondo i sondaggi in netto declino, continua a negare ogni accusa. "Sappiamo di aver fatto la cosa giusta fin dall'inizio", ha detto la scorsa settimana. La Commissione lo accusa di aver deliberatamente deciso di non prendere le misure necessarie contro il coronavirus confidando nel raggiungimento di una immunità di gregge, una strategia "ad alto rischio". Denunciato anche il "deliberato ritardo" nell'acquisizione dei vaccini, avendo il governo preferito promuovere cure inefficaci come l'idrossiclorochina, con "tragiche conseguenze" per la popolazione. E infine di non aver rifornito di ossigeno le popolazioni amazzoniche, decimate dal virus.

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