Nuovi record negativi per la valuta nazionale che hanno portato a una svalutazione di circa il 24% rispetto al dollaro dall'inizio dell'anno
La moneta turca è scesa ai minimi storici questa mattina dopo che il presidente turco Recep Tayyip Erdogan nel fine settimana ha ordinato l'espulsione degli ambasciatori di 10 paesi, tra cui Germania, Francia e Stati Uniti.
Una svalutazione di oltre il 2% in un giorno che ha portato la valuta nazionale a sfondare la barriera di 1 dollaro per 9,80 lire turche e di 1 euro per 11,40 lire. Erdogan aveva dichiarato "persona non grata" gli ambasciatori di Canada, Francia, Finlandia, Danimarca, Germania, Olanda, Nuova Zelanda, Norvegia, Svezia e Usa per aver chiesto il rilascio di un dissidente politico, il filantropo e attivista parigino Osman Kavala, in carcere dal 2017 senza condanna (SPECIALE TURCHIA).
Turchia sotto "sorveglianza" su riciclaggio e lotta terrorismo
La lira è scesa di circa il 24% rispetto al dollaro dall'inizio dell'anno e l'inflazione su base annua ha toccato quasi il 20%, il quadruplo del target fissato dal governo. La nuova crisi di Ankara con l'Occidente arriva dopo che la Financial Action Task Force (Fatf) - l'organismo di vigilanza sulla cattiva condotta finanziaria globale - ha inserito la Turchia nella "lista grigia", minacciando di metterla sotto sorveglianza per non aver combattuto adeguatamente il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo.
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L'ordine della Corte europea dei diritti umani
Il Consiglio d'Europa, il principale organo di controllo dei diritti umani del Vecchio Continente, ha emesso un ultimo avvertimento alla Turchia affinché si conformi all'ordine della Corte europea dei diritti umani di rilasciare Kavala. Se la Turchia non lo farà entro la prossima riunione del 30 novembre-2 dicembre, il Consiglio d'Europa potrebbe votare per avviare il suo primo procedimento disciplinare contro Ankara. Il procedimento potrebbe comportare la sospensione dei diritti di voto e persino della sua adesione alla Turchia.