Summit di Mosca: per la prima volta presente la delegazione talebana, ma Usa danno forfait

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Due giorni di incontri e discussione nella capitale russa sulla situazione afghana. Washington ha annunciato che non sarà presente per "questioni logistiche". Come dichiarato dal ministro degli Esteri Lavrov, i partecipanti "hanno espresso interesse comune a fornire assistenza umanitaria in Afghanistan". Domani previsto il 'formato Mosca' con altri 10 Paesi della regione

Le prossime settimane potrebbero risultare decisive per la definizione di un approccio comune alla questione afghana. A fine mese, 30 e 31 ottobre, i leader del G20 si ritroveranno a Roma per un summit straordinario che il presidente del Consiglio Mario Draghi ha affermato essere “la prima risposta multilaterale alla crisi in Afghanistan”. Oggi e domani, però, si terranno a Mosca altre due giornate dedicate alla definizione della diplomazia internazionale. La delegazione statunitense non sarà presente, ma per la prima volta ce ne sarà una talebana.

I due appuntamenti a Mosca

Il primo appuntamento del 19 ottobre è la cosiddetta ‘troika allargata’, che oltre alla Russia comprende Cina, Pakistan e Usa. Il forfait degli Stati Uniti è arrivato solo alla vigilia: ieri Washington ha fatto sapere che non potrà partecipare ai colloqui per “questioni logistiche”. Non sarà presente nemmeno all'incontro di domani, il ‘formato Mosca’ che vedrà riuniti i rappresentanti di 10 Paesi della regione, anche India e Iran, e i talebani. “I partecipanti hanno scambiato opinioni sulle minacce alla sicurezza”, ha dichiarato a Interfax il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, “hanno espresso interesse comune a fornire assistenza umanitaria ed economica urgente all’Afghanistan”. La delegazione degli studenti del Corano è guidata da Abdul Salam Hanafi, vice premier del nuovo governo di Kabul, mentre il Fronte di resistenza nazionale di Ahmad Massoud, nella Valle del Panshir, non è stato invitato. Secondo alcune interpretazioni, questi due incontri avrebbero potuto rappresentare un tentativo di sfida al prossimo G20 italiano. Il presidente Vladimir Putin, però, ha telefonato questo pomeriggio al premier Draghi confermando la sua presenza a Roma, seppure solo in collegamento video.

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I timori russi e le speranze talebane

Per il Cremlino, il timore più grande è legato al terrorismo e al narcotraffico. Lo stesso Putin ha lanciato un allarme sulla presenza di circa 2mila miliziani dell’Isis nel nord dell’Afghanistan che secondo il premier russo intendono "diffondere la loro influenza nei Paesi dell'Asia centrale e nelle regioni russe". Paure che si stanno concretizzando giorno dopo giorno a causa degli attacchi alle moschee sciite. I talebani sperano che con gli incontri di Mosca possa finire il loro isolamento internazionale e un’eventuale condivisione di informazioni di intelligence potrebbe avere un peso notevole nelle trattative.

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