Il portavoce del Dipartimento di Stato statunitense si è detto vicino alle azioni del governo, mentre l'Onu invita a cessare le violenze
Giornata di lutto nazionale in Libano all'indomani delle scene da guerra civile avvenute a Beirut, dove si sono contati almeno sei morti e una trentina di feriti. Il tutto è avvenuto nel giorno di una protesta degli sciiti di Hezbollah e Amal contro il giudice titolare dell'inchiesta sulla devastante esplosione del 4 agosto dello scorso anno al porto della città. A proclamare la giornata di chiusura generale in segno di lutto è stato il premier Najib Miqati, tornato al potere da appena un mese.
Vicinanza Usa
Nelle ultime ore Ned Price, il portavoce del Dipartimento di Stato statunitense, si è detto vicino alle azioni del governo: "Ci uniamo alle autorità libanesi nei loro appelli alla calma, per la de-escalation delle tensioni. Il bene e il futuro della democrazia del Libano dipendono dalla capacità dei suoi cittadini di affrontare le questioni difficili con fiducia e convinzione nello stato di diritto e attraverso il dialogo pacifico con il nuovo governo". Dopo aver confermato il sostegno degli Usa all'indipendenza del sistema giudiziario del Libano, Price ha continuato sottolineando che "i giudici devono essere liberi dalla violenza, dalle minacce, dalle intimidazioni, anche di Hezbollah".
leggi anche
Libano, scontri a Beirut. Spari sulla manifestazione di Hezbollah
Parole dall'Onu
Dal segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, arriva un appello alla fine della violenza, insistendo sulla necessità di un'inchiesta imparziale, approfondita e trasparente sull'esplosione che lo scorso anno fece più di 200 morti. Mentre il portavoce Stephane Dujarric ha aggiunto: "Le Nazioni Unite invitano tutte le parti interessate a cessare immediatamente gli atti di violenza e astenersi da azioni provocatorie o retorica incendiaria".