Con una nota Hezbollah e Amal, movimenti sciiti, accusano "gruppi legati" alle Forze libanesi, partito guidato dal cristiano maronita Samir Geagea. Il violento attacco avvenuto nella capitale libanese ha lasciato sul campo sei morti e 32 feriti, secondo un bilancio confermato dal ministero della Salute
"Oggi avevamo organizzato una manifestazione simbolica davanti al Palazzo di Giustizia di Beirut, dove i partecipanti sono stati oggetto di un attacco armato da parte di gruppi del partito delle Forze libanesi schierati nelle strade limitrofe e sui tetti e impiegati in attività di cecchini". Con una nota Hezbollah e Amal, movimenti sciiti, accusano "gruppi legati" alle Forze libanesi, partito guidato dal cristiano maronita Samir Geagea. Il violento attacco avvenuto nella capitale libanese ha lasciato sul campo sei morti e 32 feriti, secondo un bilancio confermato dal ministero della Salute. Sono invece 60 i feriti secondo fonti non ufficiali (SPECIALE LIBANO).
Cecchini sui tetti
La nota riportata dall'agenzia Nna contiene un atto d’accusa contro i "cecchini posizionati sui tetti" di Beirut che hanno aperto il fuoco contro "manifestanti pacifici" scesi in strada per "denunciare la politicizzazione dell'inchiesta sull'esplosione" del 4 agosto dello scorso anno al porto di Beirut. Le violenze e gli scontri a Beirut, in cui è degenerata una protesta convocata dai gruppi sciiti di Hezbollah e Amal, sono esplose mentre i manifestanti passavano la rotonda di Tayouneh, al centro-sud di Beirut, crocevia sensibile della capitale libanese e noto per essere già stata una delle linee del fronte della guerra civile del 1975-1990. Si tratta di una zona in cui 'confinano' le municipalità cristiana di Ain Al Remmeneh e quelle sciite di Chiyah e Tayouneh. Ad Ain Al Remmeneh la popolazione è in maggioranza sostenitrice del partito cristiano Forze libanesi, accusato da Hezbollah ed Amal di aver programmato quello che hanno definito un "agguato armato" contro i loro manifestanti.
approfondimento
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L'inchiesta sull'esplosione al porto di Beirut
All'origine delle violenze scoppiate nella capitale libanese che hanno provocato la morte di sei persone vi è Tareq Bitar, il magistrato che conduce l'inchiesta sull'esplosione al porto di Beirut. La popolazione è divisa, per una parte è diventato un'icona della lotta alla classe politica accusata di corruzione; per altri, invece, sta abusando del suo potere per un'azione di natura politica. In particolare a volere la sua sostituzione è il movimento sciita armato Hezbollah che questa mattina ha avanzato la richiesta con maggiore forza organizzando una manifestazione insieme al movimento Amal, suo alleato, dopo che il magistrato ha emesso un mandato di arresto contro un deputato ed ex ministro di Amal. Bitar, che non ha mai reso nota una vicinanza a un partito, è cristiano, parla raramente con i giornalisti e negli anni è diventato famoso per la sua integrità e la sua incorruttibilità.