Il vulcano continua a eruttare da domenica 19 settembre. A distanza di una settimana, il suo comportamento a intermittenza ha fatto sperare in una conclusione vicina. Nelle ultime ore ha ricominciato a gettare lava e cenere. Ha già distrutto 589 edifici e, secondo l'agenzia stampa Efe, è a meno di un chilometro dall'oceano
L’eruzione del vulcano Cumbre Vieja, cominciata domenica 19 settembre, ha già distrutto 589 edifici e 21 chilometri di strade. I dati pubblicati dal sistema d’osservazione della Terra europeo Copernicus, precisando che sono 76 le strutture distrutte nelle ultime 24 ore.
Un'eruzione a intermittenza
L’attività del vulcano dell’isola di La Palma, nell’arcipelago delle Canarie, aveva mostrato nella giornata di ieri dei segnali di intermittenza. In mattinata, poi, si è verificata una pausa temporanea dell’emissione di ceneri e vapore dal principale cono del vulcano ripresa, poi, in serata. Un comportamento “normale”, hanno assicurato gli esperti, come anche le esplosioni di tipo stromboliano non costanti. Sono circa 5.600 le persone ancora evacuate, mentre 300 hanno ricevuto l’ordine di rimanere in casa. Misure precauzionali, assicura Miguel Angel Morcuende, direttore tecnico del piano d'emergenza per l'eruzione vulcanica, che aggiunge rassicurazioni circa la qualità dell'aria e dell'acqua definite: "buone".
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Il terrore della popolazione
Secondo gli ultimi dati disponibili, una delle colate di lava del vulcano è arrivata a circa 800-1000 metri dall'oceano. “Ormai alle porte del municipio di Tazacorte”, scrive l’agenzia di stampa Efe, dopo che domenica scorsa aveva sepolto buona parte della località di Todoque. Come raccontato dal quotidiano spagnolo El Pais, il comportamento a intermittenza e poco prevedibile del Cumbre Vieja terrorizza la popolazione locale che non sa se fuggire o rimanere chiusa in casa, sperando che la lava non li travolga.
