11/9 Stories, l'artista Smith: la mia arte contro il terrorismo, conosciuto l'11 settembre

Mondo

Valentina Clemente

Vanessa Crocini

"Dall'11 settembre, in America si dice “Never forget, never forget”. Aiuta a non dimenticare tutte le atrocità accadute quel giorno, ma anche prima. Ho conosciuto il terrorismo allora: è terribile ma non è specifico per un solo popolo. I miei antenati sono stati maltrattati per generazioni in questo Paese. Gran parte dell'arte che creo è antiterrorismo, anti discriminazione: chiunque può essere perseguitato per qualsiasi motivo" - Parola di Nikkolas Smith, Artivist (uno dei più brillanti artisti e attivisti USA)

Nikkolas Smith, artivist. Un neologismo che lui stesso ha inventato e che unisce due delle sue principali anime: artista ed attivista. Attraverso le sue opere racconta le storie di cronaca quotidiana negli Stati Uniti (e non solo) e si batte per il rispetto dei diritti della comunità afroamericana in America. Un animo gentile, un artista generoso che ha voluto condividere i suoi momenti, molto personali, legati all'11 settembre. Potete trovare alcune delle sue opere su https://www.nikkolas.art/ 

Nikkolas, eri molto giovane quando è avvenuto l'11 settembre. Qual è il tuo ricordo più vivido di quel giorno? Una data così triste per gli Stati Uniti ma anche per il mondo.

 

Ero scioccato nel vedere gli aerei colpire gli edifici in quel modo. Avevo così tanta paura e continuavo a chiedermi: chi può essere così arrabbiato con l'America, così arrabbiato da intraprendere azioni così folli e distruggere tutte queste vite. Essendo molto giovane e ingenuo, non avevo la percezione che qualcuno fosse arrabbiato con l'America, che qualcuno potesse percepire il mio paese come pericoloso. Semplicemente ci pensavo. In quel momento, però, ho iniziato a farmi sacco di domande. Sono cresciuto a Houston, in Texas, dove la maggior parte delle scuole erano per persone bianche, gli studenti di colore sono sempre stati una minoranza. Io ero uno di questi. E dopo i tragici eventi dell’11 settembre ci sono stati tanti episodi di discriminazione nei confronti della black community. Allora perché? Tutto l'odio iniziato l'11 settembre è continuato nelle settimane successive e ha creato molta più paura e divisioni. È stato davvero triste

HOBOKEN, NJ - MAY 15: The sun sets behind an American Flag on May 14, 2020 in Hoboken, New Jersey. (Photo by Gary Hershorn/Getty Images)

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Pensi che quel giorno abbia cambiato qualcosa nel tuo modo di essere, di approcciarti al lavoro, anche ora? Più in generale: pensi che quel giorno abbia in qualche modo influenzato la tua vita?

 

Ha davvero influenzato la mia vita, mi ha aperto gli occhi anche sul ruolo, più ampio, dell'America nel mondo, su come gli americani sono visti da fuori e anche sul perché le guerre, arrivate dopo, hanno visto il loro inizio proprio quel giorno. Quel giorno mi ha tolto un po’ di colore dalla mia vita avuto fino a quel momento, vedere che il mondo è molto disordinato e mi spezza il cuore vedere che più culture, più nazioni sembrano che non possiamo andare d'accordo ed essere semplicemente al pezzo. Molta della mia arte parla di pace, io cerco sempre di ricordare che siamo tutti uguali e tra noi non ci sono differenze. Ma poi, allo stesso tempo, guardando a tutte le ingiustizie, a tutte le discriminazioni avvenute dall’11 settembre in poi, cerco anche in cuor mio di dare voce a coloro che vengono emarginati o discriminati per il colore della loro pelle. L’11 settembre mi ha aperto gli occhi su molte cose. Da quel giorno, in America si dice “Never forget, never forget”. Non dimentichiamo quel giorno. Aiuta a non dimenticare tutte le atrocità successe l’11 settembre, ma anche prima. Il terrorismo è qualcosa di cui mi sono reso conto quel giorno, è terribile ma non è specifico per un solo popolo. I miei antenati sono stati terrorizzati per generazioni in questo paese. Gran parte dell'arte che creo è anti terrorismo, anti discriminazione, chiunque può essere perseguitato per qualsiasi motivo

Mike Piazza wears Port Authority Police cap for game (Photo by Theo Wargo/WireImage)

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Come descriveresti quel giorno, con la tua arte? Quali colori useresti?

 

Molta della mia arte è semi astratta, abbozzata e cerco di aggiungere quante più emozioni possibile attraverso il colore. L'11 settembre è stata una giornata così buia, sento che potrebbe essere un po' di gioia e speranza, la tavolozza colorata che uso di solito, ma molto minimale e molto soffocata dall'oscurità. Perché quel giorno c'era un'immensa quantità di paura e odio verso l'America. Ricordo solo le nuvole, quando le torri sono cadute, la quantità di distruzione che ha causato. Non voglio più vedere immagini simili. Vorrei soltanto che le persone, se vogliono ricordare qualcosa di quel giorno, ricordino le persone che hanno perso la vita. In un mio possibile quadro, quindi, probabilmente esalterei alcune persone, persone fantastiche, che erano in quegli edifici, che hanno fatto così tante grandi cose e non hanno continuato la loro vita dopo. Ma cercherei anche di mostrare quanto fosse buio quel giorno, la paura e l'odio. Troverei un equilibrio tra la luce e il colore, i tempi belli e pieni di speranza e quello che, quel giorno, è stato preso

Scott Conroy

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