Hoda Nasrallah, una legale dello studente egiziano dell'Università di Bologna arrestato al Cairo nel febbraio 2020, ha dato l’ufficialità della proroga della custodia cautelare in carcere per il giovane. “Questo è l'esito dell'udienza di ieri”, spiega. Una Ong aggiunge: “Domenica nessun interrogatorio, solo altra detenzione”
La custodia cautelare in carcere per Patrick Zaki (LA SUA STORIA) è stata rinnovata di altri 45 giorni. La conferma è arrivata da Hoda Nasrallah, una legale dello studente egiziano dell'Università di Bologna. "45 giorni", "è ufficiale", ha scritto in alcuni messaggi la legale lasciando intendere che, prima della chiusura degli uffici della Procura, è riuscita a farsi dare dai cancellieri la notifica dell'esito dell'udienza che si è svolta domenica. "Ieri non c'è stato alcun interrogatorio, ma solo un rinnovo della detenzione. L'ultimo interrogatorio era avvenuto il 13 luglio, che peraltro era stato il primo dal suo arresto nel febbraio 2020, ma da allora non è stato più interrogato”, ha spiegato oggi Lobna Darwish, una rappresentante della Ong “Eipr". "Ancora non sappiamo a cosa mirasse quell'interrogatorio, ma temiamo che fosse un modo per prolungare, ancora di più, la sua detenzione e la sua sofferenza", si è limitata ad aggiungere Darwish commentando informazioni circolate ieri circa "indagini" oggetto dell'udienza svoltasi in quelle ore.
Zaki resta in carcere
Già nella serata di domenica era arrivato il verdetto dell’udienza sul rinnovo della custodia cautelare al Cairo per lo studente egiziano dell'università "Alma Mater" di Bologna in prigione in Egitto da oltre un anno e mezzo con l'accusa di propaganda sovversiva su internet. L’udienza si è svolta nel Tribunale allestito nell'Istituto per assistenti di polizia, annesso al carcere di Tora, all'estrema periferia sud del Cairo dove Zaki è rinchiuso. Su richiesta italiana, diplomatici delle ambasciate di Italia, Regno Unito e Usa si erano recati in tribunale nell'ambito del meccanismo di osservazione processuale dell'Unione europea. Diplomatici italiani hanno seguito tutte le udienze e anche stavolta sono intervenuti in rappresentanza di tutta l'Ue. Già da mesi non è più consentito agli esterni, e quindi nemmeno ai diplomatici, l'accesso al Tribunale per la sicurezza di Stato dove si svolgono le udienze e i funzionari, come di consueto, hanno depositato una comunicazione scritta per segnalare al giudice l'interesse per il caso e la volontà di riprendere ad assistere alle sedute.
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La vicenda
Patrick Zaki è stato arrestato il 7 febbraio 2020 ma la custodia cautelare in Egitto può durare due anni con possibilità di prolungamenti se emergono nuovi elementi d'accusa. Se si andrà a processo, secondo Amnesty International, il ricercatore-attivista per i diritti umani e civili rischia fino a 25 anni di carcere. Le accuse a suo carico sono basate su dieci post di un account Facebook che i suoi legali considerano curato da un'altra persona ma che hanno configurato fra l'altro la "diffusione di notizie false", "l'incitamento alla protesta" e "l'istigazione alla violenza e ai crimini terroristici".