Dopo la caduta della capitale in mano ai talebani, tanti afghani cercano di lasciare il Paese. Ma tanti sono anche gli sfollati interni, abbandonati a loro stessi. Francesca Mannocchi ha raccolto alcune testimonianze da un campo in cui vivono donne, uomini e bambini scappati dalle loro terre sicuri di trovare la salvezza a Kabul: non immaginavano che da lì a poco anche la città sarebbe stata presa
Con la caduta di Kabul in mano ai talebani (CHI SONO), sono tanti gli afghani che cercano di fuggire dal Paese. Ma tanti sono anche gli sfollati interni, abbandonati a loro stessi. Nei campi in cui vivono manca tutto, come racconta il reportage di Francesca Mannocchi (IL REPORTAGE SU CHI È RIMASTO A JALALABAD - E DAI LUOGHI IN CUI FU UCCISA MALALA MAIWAND).
Il dramma degli sfollati afghani nel reportage di Francesca Mannocchi
Da maggio, quando è iniziata l’offensiva dei talebani, gli sfollati in Afghanistan sono 500mila. Si vanno ad aggiungere ai 5 milioni delle guerre precedenti. L’80 per cento degli afghani costretti a fuggire è composto da donne e bambini. “I nostri mariti sono tutti a Kunduz, non li rivedremo più. Erano soldati dell’esercito afghano, non rispondono al telefono da giorni, li hanno uccisi”, racconta una donna. Insieme ad altre, mentre i talebani si avvicinavano alla sua città, è salita su un taxi collettivo per cercare la salvezza a Kabul: non immaginavano che da lì a poco anche la capitale sarebbe stata conquistata. Un altro sfollato racconta: “Avevo una casa e il bestiame. Un razzo ha danneggiato la casa, un altro ha ucciso i miei animali. Non importa se erano i talebani o l’esercito, so solo che adesso non ho né casa né bestie, non ho di che vivere, non ho più niente. Sono stanco, sono vecchio. Io posso lascarmi morire, ma di questi bambini invece che ne sarà?” (GLI AGGIORNAMENTI SULL'AFGHANISTAN LIVE - LO SPECIALE - TUTTI I VIDEO).