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Afghanistan, talebani prendono Herat e Kandahar. Usa pronti a spostare l'ambasciata

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©Ansa

I combattenti hanno preso il pieno controllo anche di Ghazni, a 150 km dalla capitale Kabul. A Doha i negoziatori hanno proposto ai talebani la condivisione del potere in cambio della fine delle violenze. Il presidente americano Biden, nonostante le critiche, ribadisce il ritiro delle truppe statunitensi. Il Pentagono invierà 3.000 soldati per l'evacuazione del personale diplomatico e Washington invita gli americani a lasciare il Paese. L'Ue teme una nuova ondata di rifugiati

Dopo aver preso anche Ghazni avvicinandosi ancora a Kabul, distante 150 km, i talebani hanno ottenuto il pieno controllo di Kandahar e di Herat, rispettivamente la seconda e la terza città dell'Afghanistan (TUTTI I VIDEO - LO SPECIALE). L'ambasciata Usa a Kabul ha invitato gli americani ad abbandonare immediatamente il Paese, e Washington sarebbe pronta a spostare la sede diplomatica nella zona dell'aeroporto della capitale. Il portavoce del Dipartimento della difesa John Kirby ha detto che il Pentagono invierà circa 3.000 soldati per proteggere l'evacuazione del personale diplomatico e non che rientrerà negli Usa. Anche il ministero degli Esteri di Berlino ha lanciato un appello ai cittadini tedeschi perché lascino l'Afghanistan, mentre la Gran Bretagna ha annunciato che invierà 600 militari per "assistere il personale diplomatico a Kabul, aiutare i cittadini britannici a lasciare il Paese e sostenere il trasferimento di ex personale afghano che ha rischiato la propria vita, lavorando al nostro fianco". Intanto i negoziatori di Kabul hanno proposto ai talebani la condivisione del potere in cambio della fine delle violenze nel Paese. Lo ha detto all'Afp una fonte del governo che partecipa ai colloqui in Qatar: "Sì, il governo ha sottoposto una proposta al Qatar in qualità di mediatore. La proposta consente ai talebani di condividere del potere in cambio della fine della violenza nel Paese".

Talebani a Herat e Kandahar

In alcuni video pubblicati online si vedono dei miliziani che festeggiano nella piazza principale di Kandahar. A Herat, già quartier generale delle forze italiane nell'ambito della missione Nato, secondo la Afp si erano impadroniti del quartier generale della polizia. "Il nemico è fuggito, decine di veicoli militari, armi e munizioni sono caduti nelle mani dei Mojaheddin", ha twittato un portavoce dei talebani.

La presa di Ghazni e l'arresto del governatore

"Hanno preso il controllo di aree chiave della città: l'ufficio del governatore, il quartier generale della polizia e la prigione", ha detto Nasir Ahmad Faqiri, capo del consiglio provinciale di Ghazni, aggiungendo che in alcuni parti della città sono ancora in corso combattimenti. Inoltre, riferiscono fonti locali, il governatore e il vicegovernatore sono stati arrestati dalle forze di sicurezza afghane dopo essere fuggiti dalla città. Il governatore Mohammad Dawood Laghmani è stato arrestato insieme a tutto il suo staff a Maidan Shahr, capoluogo della vicina provincia di Maidan Wardak. Secondo alcune fonti di Ghazni, i talebani sono entrati in città al mattino "dopo un accordo con il governatore e il capo della polizia", Fazl Ahmad Shirzad, che sarebbe tuttavia rimasto in città. I talebani confermano di aver dato al governatore un lasciapassare per arrivare a Kabul.

L'avanzata dei talebani verso Kabul

L'amministrazione Biden, pur confermando il ritiro delle truppe americane dall'Afghanistan entro il 31 agosto, si prepara alla caduta di Kabul entro un periodo molto più breve rispetto ai 6-12 mesi previsti in precedenza. Secondo un funzionario citato dal Washington Post, i militari stimano adesso che la capitale afgana cadrà entro 90 giorni, mente altri ritengono che la disfatta avverrà entro un mese. Prima di Ghazni, i talebani avevano conquistato Faizabad e otto dei 34 capoluoghi di provincia del Paese, facendo fuggire civili in massa. Farah, a ovest, e Pul-e Khumri, a nord, sono cadute martedì. Da venerdì scorso i talebani hanno preso Zaranj (sud-ovest), Sheberghan (nord), la roccaforte del famigerato signore della guerra Abdul Rashid Dostom e soprattutto Kunduz, la principale città del nord-est, così come altre tre capitali del nord, Taloqan, Sar-e-Pul e Aibak. Martedì gli insorti hanno anche conquistato Farah, capitale della provincia omonima.

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Usa: “Grave preoccupazione”

Secondo la Cnn, gli Stati Uniti, di fronte alla sempre più rapida offensiva dei talebani, potrebbero presto spostare la loro ambasciata a Kabul nell'area dell'aeroporto della capitale afghana. Il Wall Street Journal spiega anche che gli Usa sono pronti a tagliare drasticamente il personale dell'ambasciata, diplomatico e non, con le loro famiglie. Sono circa 5.000 tra civili e militari gli americani basati nel complesso dell'ambasciata Usa a Kabul e nella sede vicina all'Hamid Karzai International Airport. L'avanzata dei talebani in Afghanistan genera "grave preoccupazione", ha detto il portavoce del Dipartimento di stato Usa, Ned Price, confermando che il personale dell'ambasciata americana a Kabul sarà ridotto al minimo indispensabile.

L'appello ai cittadini americani a lasciare il Paese

Agli americani viene chiesto di tornare in patria usando i voli commerciali a disposizione, spiegando come la capacità dell'ambasciata di assisterli sia "estremamente limitata" date le difficili condizioni di sicurezza e uno staff a disposizione limitato. L'ambasciata di Kabul sta comunque offrendo prestiti per il rimpatrio ai cittadini americani che non hanno i soldi necessari ad acquistare un biglietto aereo.

Biden: "Non mi pento della decisione presa"

Di fronte alle crescenti critiche per aver deciso di lasciare il fronte afghano, Joe Biden non arretra di un millimetro. "Non sono affatto pentito della decisione presa", ha ribadito rispondendo alle domande dei reporter alla Casa Bianca. "È ora che i leader afghani si mettano assieme e comincino a combattere per conto loro, per il loro Paese. È questione di volerlo", ha detto il presidente americano, che ha ricordato come Washington nelle ultime due decadi abbia speso 1.000 miliardi di dollari per addestrare e armare le forze di sicurezza di Kabul, senza contare il costo pagato in vite umane. Ma all'interno dell'amministrazione Usa serpeggiano i malumori, soprattutto ai vertici del Pentagono e delle forze armate, per quella che è stata vista come un'imprudenza da parte della Casa Bianca.

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L'Ue teme nuova ondata di rifugiati afghani

Ritorna sul tavolo la questione dei rifugiati afghani in Europa, con l'Ue che teme una nuova ondata come nel 2015 e con le varie capitali divise sul destino di migliaia di persone che fuggono dalla guerra e dalla vendetta dei talebani. Nelle ultime ore anche l'Olanda ha deciso di sospendere i rimpatri dei migranti introducendo una moratoria di sei mesi. Si tratta di una retromarcia, visto che solo nei giorni scorsi i Paesi Bassi, con Germania, Austria, Danimarca, Belgio e Grecia avevano scritto una lettera alla Commissione europea per chiedere di proseguire con i rimpatri.

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