Regno Unito, Johnson fa dietrofront e si isola dopo contatto con un positivo

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Inizialmente il primo ministro britannico aveva scelto di non andare in isolamento dopo il contatto con il ministro della Salute Sajid Javid, positivo al Covid. Il premier sembrava volesse aderire a un “programma pilota” del Sistema sanitario nazionale per continuare a lavorare a Downing Street sottoponendosi a test quotidiani. Dopo le dure critiche dall’opposizione, il cambio di rotta: andrà in quarantena. Il premier ha anche lanciato un appello alla prudenza ai cittadini in vista delle riaperture di domani

Dopo ore di polemiche, il primo ministro britannico Boris Johnson ha deciso di andare in quarantena, dopo essere entrato in contatto con il ministro della Salute Sajid Javid, risultato positivo al Covid. Il primo ministro si isolerà nella residenza del premier a Chequers. In un primo momento il premier aveva invece fatto sapere che non si sarebbe messo in auto isolamento, partecipando invece a un "programma pilota" del Servizio sanitario che invece dell'isolamento prevede il test quotidiano, in modo da poter continuare a lavorare a Downing Street. La vicenda aveva scatenato le critiche dell’opposizione. Ora il passo indietro. Alla vigilia delle riaperture nel Regno Unito fissate per domani, il primo ministro britannico ha anche lanciato un "appello alla prudenza" ai cittadini.

La positività di Javid

Dopo che ieri il ministro britannico della Salute da poco nominato, Sajid Javid, è andato in quarantena essendo risultato positivo al Covid-19, si è ipotizzato che una serie di suoi colleghi di governo e funzionari si sarebbero auto isolati per 10 giorni, come al momento prevedono le regole in vigore nel Paese. Ma Johnson e il cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak sono stati contattati dal servizio tracciamento del Sistema sanitario nazionale per includerli nel programma pilota che prevede, in alternativa all'isolamento, test quotidiani. "Vi parteciperanno per poter continuare a lavorare", aveva spiegato un portavoce di Downing Street. Al momento sono circa 20 gli enti e le aziende coinvolte nel “programma alternativo”, tra questi c'è Downing Street oltre che Network Rail (le ferrovie), Transport for London (il sistema di trasporto pubblico londinese), Heathrow Airport e Border Force, riferisce Sky News. Dopo le polemiche anche Sunak ha scelto di isolarsi, come Johnson.

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La scelta iniziale di Johnson e Sunak aveva suscitato l’immediata polemica politica. L’opposizione laburista ha criticato il premier accusandolo di avvalersi di un "trattamento speciale ed esclusivo" mentre molti lavoratori sono costretti a casa. La numero due del Labour, Angela Rayner, affida a Twitter la sua critica: "Mi scuso per il linguaggio poco parlamentare, ma questa è proprio una presa per i fondelli. Non seguono le regole che loro stessi hanno creato e che si aspettano i miei elettori seguano. Questo governo tratta i cittadini dall'alto in basso, pensa di essere al di sopra della legge e che le regole non li riguardano". Le fa eco il parlamentare Darren Jones: "Ho dovuto cancellare la mia intera settimana di lavoro perché mi è stato detto di isolarmi fino a venerdì. Il programma di test quotidiani non mi è stato offerto, così come non è stato offerto a milioni di altri lavoratori bloccati a casa, immagino". Stessa reazione quella del ministro ombra della Salute, Jonathan Ashworth, che in un'intervista a Sky News ha accusato il governo di fare due pesi e due misure. Al coro di proteste si è unito anche il leader dei LibDem, Sir Ed Davey, che ha condannato senza mezzi termini la scelta iniziale di Boris Johnson: "È una regola per loro e un'altra per tutti gli altri".

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