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Euro2020, contro il razzismo online in Uk stretta di Boris Johnson

Mondo

Tiziana Prezzo

Il primo ministro ha annunciato di voler estendere il sistema di interdizione dalle partite anche a chi diffonde messaggi d'odio in rete che prendono di mira i calciatori in base al colore della loro pelle. (La corrispondente da Londra)

La finale di Wembley tra Inghilterra e Italia è un'onta che per gli inglesi  sarà difficile lavar via. E non certo per il risultato della partita, ma per tutto quello che ci ha gravitato intorno: dagli atti vandalici, all'assalto allo stadio da parte di tifosi senza biglietto, agli insulti razzisti contro i tre ragazzi di colore che hanno sbagliato il rigore. E ora arriva la stretta del governo contro coloro che hanno riempito i social network di messaggi irripetibili.

Il giro di vite annunciato da Johnson

"Se ti rendi colpevole di offese razziste online contro i calciatori allora non sarai più in grado di andare a una partita. Senza se e senza ma. Nessuna eccezione e nessuna scusa", ha spiegato ieri alla Camera dei Comuni un premier Boris Johnson apparso in difficoltà. Contro di lui e contro il suo ministro dell'interno, Priti Patel, l'accusa di non aver sostenuto la scelta dei giocatori di inginocchiarsi prima di ogni calcio di inizio e di non aver condannato chi li fischiava. Alcuni parlamentari presenti del partito laburista e della formazione nazionalista scozzese gli hanno ricordato anche alcune sue infelici dichiarazioni (alcune presenti in articoli da lui stesso scritti) dal sapore razzista e si dicono convinti che le sue parole non si trasformeranno in fatti.

Cosa è previsto adesso

Ad ogni mondo il primo ministro ha sottolineato a più riprese in Parlamento come il governo sia intenzionato a prendere misure per modificare il sistema d'interdizione dalle manifestazioni calcistiche ( i cosiddetti Football Banning Orders). Attualmente questo sistema prevede l'interdizione da tutte le partite disputate nell'intero Regno Unito per coloro che si sono macchiati di reati gravi che può durare dai tre ai 10 anni.  A questi individui può essere chiesto di consegnare il passaporto in prossimità di importanti partite all'estero.

L'incontro con le Big Tech

Nella giornata di martedì scorso il premier aveva incontrato i rappresentanti di Facebook, Twitter, TikTok, Snapchat e Instagram a Downing Street. La discussione ha riguardato proprio le eventuali normative per arginare il razzismo e l'odio sul web. Il premier, oltre a chiedere maggiori controlli, ha paventato per queste aziende multe "fino al 10% delle loro entrate globali"se non dovessero prendere provvedimenti a riguardo.

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