Covid, la pandemia non ferma il Festival di Yulin in Cina e la vendita di carne di cane

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Da oggi parte la nuova edizione dello "Yulin dog meat festival", la manifestazione culinaria dedicata alla carne di cane si tiene nella Regione Autonoma di Guangxy Zhuang. Non mancheranno, ancora una volta, gli appelli di associazioni e gente comune per chiedere alle autorità cinesi di cancellare l'evento

Nemmeno la pandemia per il Covid (LIVEBLOG - I NUMERI) ha dato uno stop all'evento tradizionale del piccolo centro di Yulin, nella Regione Autonoma di Guangxy Zhuang, in Cina. Comincia la nuova edizione dello "Yulin dog meat festival", la macabra manifestazione culinaria dedicata alla carne di cane. Terribili immagini documentano la barbarie che inizia sin dalle prime fasi del trasporto degli animali vivi, come denunciato dai filmati diffusi da Humane Society International. Non mancheranno, ancora una volta, gli appelli di associazioni e gente comune per chiedere alle autorità cinesi di cancellare quella che si preannuncia come un'altra strage annunciata.

Trucidati migliaia di cani

La manifestazione ha già visto, nelle passate edizioni, gli animali scannati sul posto. Ma sembra esserci una maggiore consapevolezza da parte della popolazione cinese, un'accresciuta sensibilità per il dolore e le pratiche brutali contro gli animali. Il Festival di Yulin inizia il 21 giugno in concomitanza con il solstizio d'estate e dura dieci giorni, ha una risonanza su scala mondiale enorme. Questa pratica violenta esiste in molte periferie delle grandi città e nelle zone rurali da Nord a Sud della Cina, ma non solo: ogni anno sono circa trenta milioni i cani macellati in Oriente, in Corea, Vietnam, Cambogia, Laos e in alcune zone indiane e thailandesi.

Contro la violenza

Per certi aspetti l'emergenza sanitaria per il coronavirus ha fatto la sua parte. Le grandi città di Shenzhen e Zhuhai nella Cina Sud Orientale, rispettivamente al confine con Hong Kong e Macao, sono diventate esemplari a questo proposito. È stato emesso in questi Paesi, infatti, un decreto vincolante che prevede pesanti sanzioni per chi dal 1 maggio 2020 traffica o consuma carne di cane o di gatto, con multe per circa trenta volte il valore di ciò che si sta mangiando o trafficando, facendo propria una nota del governo e del Ministero dell'Agricoltura e delle Attività Rurali, che li definisce amici dell'uomo. Una seconda nota del governo arrivata a maggio di quest'anno ne vieta l'uso nei laboratori per scopi scientifici.

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